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 2009  maggio 24 Domenica calendario

"Voglio vedere chi boccerà il taglio dei parlamentari"- Berlusconi a Fini: firmeranno milioni di cittadini Riduzione dei parlamentari con una legge di iniziativa popolare: solo 300 deputati e 150 senatori

"Voglio vedere chi boccerà il taglio dei parlamentari"- Berlusconi a Fini: firmeranno milioni di cittadini Riduzione dei parlamentari con una legge di iniziativa popolare: solo 300 deputati e 150 senatori. L’aveva detto all’Assemblea della Confindustria (per la verità aveva parlato di 100 deputati) e a molti, anche dentro la maggioranza, era sembrata una battuta estemporanea. E invece ieri Berlusconi è ritornato su questa proposta che spiazza il suo partito e la Lega. Una sfida anche a Fini per il quale comunque una legge popolare deve passare per il Parlamento. Un blitz che Berlusconi spiega in questo modo: i «capponi», cioè i parlamentari, non sono felici di anticipare il Natale. Allora via ai gazebo e alla raccolta delle firme: «Voglio vedere il Parlamento non votare positivamente una legge che fosse presentata con il sostegno di milioni di elettori». Per la verità ci vogliono 50 mila firme e secondo Ignazio La Russa basterebbero un paio di telefonate per organizzare la raccolta. Ma, aggiunge con prudenza il coordinatore del Pdl, «sono sicuro che i nostri senatori e deputati sono tutti pronti a sostenere le proposte che sono già in Parlamento». La legge di iniziativa popolare? «Una pura eventualità». Ieri il premier ha fatto una raffica di interviste a radio e televisioni locali. E sulle riforme ha avvertito che per farle l’opposizione «non è indispensabile». Sono i toni da campagna elettorale a prevalere, in cui ha mescolato la politica alla vicenda Noemi che Berlusconi considera «una meschina intromissione» nella sua privacy e in quella della famiglia Letizia. La sinistra, per dirla con Fabrizio Cicchitto, scambia la politica con il gossip. «Anche il comportamento di molti giornali - osserva il premier - è veramente indegno, ignobile, direi sconcio e quando la gente si accorgerà di quella che è la vera situazione, ci saranno molte persone che si dovranno vergognare. In questa situazione non c’è nulla che sia men che pulito». Ma Berlusconi chiarirà in Parlamento la natura del suo rapporto con la famiglia Letizia? «Ci sto pensando, ma non subito perché prima li lascio andare avanti così potrò dimostrare quello che sono», è stata la risposta del premier. Pd inaffidabile, per il premier, e il suo segretario Franceschini altro non è che «il commissario liquidatore»: «Sta tentando di andare in giro per l’Italia, ma nessuno ci bada a lui, mentre a me succede esattamente il contrario». I Democratici lo sfidano a mettere mano alle riforme in Parlamento, ma Berlusconi dice che loro non sono necessari. Bossi è d’accordo? In campagna elettorale il centrodestra, a differenza dell’opposizione, si mostra compatto. E infatti il leader leghista dà ragione a Berlusconi: «Mi fido di lui, non è mica un cretino. D’altronde noi abbiamo parlato di ridurre i parlamentari già quando abbiamo lanciato la devolution. Sono convinto che Berlusconi sappia bene quello che dice, se poi l’ha sparata grossa è per una questione di semplificazione, la classica semplificazione che si fa nei discorsi elettorali». «Noi siamo coerenti e continuiamo a dire le stesse cose - aggiunge il capogruppo Roberto Cota - inutile che la sinistra cerchi di fare polemica su tutto. Sul numero dei parlamentari poi ne discuteremo, ci sarà modo di parlarne a fondo in Parlamento». Già, in Parlamento, ma sulla legge di iniziativa popolare meglio non parlarne. Berlusconi non si sente accerchiato, è convinto che le Europee gli regaleranno un consenso che andrà fino al 45%. E forte di questo risultato potrà mettere mano a quelle questioni che più lo interessano. A cominciare dalla separazione degli ordini giudiziari alla quale si arriverà «entro l’anno prossimo». Anche il caso Mills si trasformerà in «un boomerang» per sinistra e giudici». Il richiamo di Napolitano sul rispetto della Costituzione secondo il premier non è rivolto a lui, come vorrebbero far credere quelli dell’opposizione che «non hanno argomenti, sono divisi e orientati verso attacchi personali» nei suoi confronti. La sfiducia che presenterà Di Pietro in Parlamento? «I nostri parlamentari gli risponderanno come si deve».