Bruno Ventavoli, la stampa 26/05/2009, 26 maggio 2009
La maglietta non è un granché. Raffigura tre lupi che ululano alla luna. Una semplice t-shirt di cotone come ce ne sono una, nessuna, centomila
La maglietta non è un granché. Raffigura tre lupi che ululano alla luna. Una semplice t-shirt di cotone come ce ne sono una, nessuna, centomila. E infatti nessuno se la filava. Ma da qualche tempo s’è mutata in uno degli oggetti più venduti su amazon.com, più dei soliti jeans o scarpette di marca, che furoreggiano tra i teenager malati di mode. Con annessi feedback (commenti) entusiastici. Che cos’è successo? Perché una banale maglia è diventata di punto in bianco indumento di culto? Le stregonerie della luna, care ai lupi, non c’entrano niente. Siamo di fronte a uno dei soliti miracoli del Web, dove basta un blog, un sito, un video, per scatenare tsunami di impensabile popolarità. La «Three Wolf Moon», che costa dai 7.65 dollari ai 17.93, è stata ignorata per anni. Giustamente, si potrebbe dire. Finché un sito un po’ goliardico, CollegeHumor.com, l’ha notata, citata, proposta in un link, per amore di scherzo kitsch. E il mostro è nato: le vendite sono aumentate del 2300%. Con un po’ di photoshop la maglietta è stata ironicamente messa addosso ai personaggi più svariati, anonimi buzziconi, e uomini famosissimi, come Obama (ovviamente), Elvis, Che Guevara, persino Bin Laden sotto la sua mimetica. Poi sono piovute dicerie leggendarie, che coinvolgono il superacceleratore di adroni in Svizzera, l’eros, la fortuna. Quei tre lupacchiotti stampati, s’è detto, hanno superpoteri. Chi li indossa si troverà la vita cambiata. «Ho comprato la maglietta e la fidanzata m’ha ritelefonato». «Io ero gravemente malato e sono guarito anche se i medici non ci credevano», «Io l’ho indossata nel deserto e sono arrivati gli ufo». Provare per crederci. Forse nessuno ci ha creduto. Ma la sfida della panzana, della pietra filosofale, ha funzionato, perché è sempre bello credere a un’elitropia e a simpatici cialtroni. A centinaia sono piovuti gli acquirenti, che a loro volta hanno partecipato al gioco, lasciando in rete commenti sulle mirabolanti svolte esistenziali avvenute dopo la compera. «L’ho usata al supermercato e una donna mi ha portato via con lei». «Non osavo andare a cena con i genitori della mia ragazza ricchi come Bill Gates, ma ho indossato la maglietta e mi sono fatto coraggio. Il padre, vedendo i lupi, m’ha staccato un assegno da 100mila dollari dicendomi che potevo chiedergli quel che volevo, la mamma mi carezzava piacevolmente la gamba». «Quando il postino mi ha portato il pacco tutte le vicine sono uscite di casa e hanno cominciato a guardarmi vogliose, dev’essere l’effetto dei feromoni lupeschi». E via dicendo. Ci sono anche i commenti delusi: «L’ho comprata e non è arrivata manco una top model. E’ una sòla?». Ma veri o ironici anch’essi fanno parte del gioco. La «Three Wolf Moon» diventa ogni giorno di più un fenomeno, autoalimentandosi di successo. Il «Washington Post», che ha dedicato un articolo al caso, spiega che CollegeHumor.com non è nuovo alle burle mediatiche. Lancia sondaggi farsa, che coinvolgono migliaia di persone vere. Rendendo sempre più labile il diaframma tra virtuale e reale, vero e falso. Quando la radio era padrona del mondo, prima della tv, Orson Welles spaventò l’America con lo scherzo che gli extraterrestri ci avevano invaso. Il settimanale «Time» s’è spaventato ora, a sua volta, vedendo i risultati del suo sondaggio sul personaggio più influente del 2009. Obama? Putin? Macché, ha vinto un nerd, Christopher Poole, fondatore di una web community, che ha ricevuto 16.794.368 preferenze. Bello il voto, bella la democrazia, bello il mercato. Se poi le masse riuscissero a non farsi sempre abbindolare, scegliendo, senza sapere perché, strambi totem, politicanti malandrini, oggetti inutili. Le maglie sono divertenti il resto, meno.