Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera 25/5/2009, 25 maggio 2009
LE DIECI LAMENTELE DI CHI VOLA VINCONO I CALCI ALLO SCHIENALE
Vizi e malcostume a bordo: russare e lasciare liberi i bambini
MILANO – La tolleranza, si sa, diminuisce proporzionalmente ai metri cubi in cui deve essere esercitata: più è piccolo lo spazio che dobbiamo condividere con gli altri e più si abbassa la soglia di sopportazione. Ecco così che dentro la cabina di un aereo, per una, dieci, magari quindici ore, i nervi sono messi a dura prova: il passeggero seduto dietro di noi che ci fa sobbalzare puntando le ginocchia sul retro del nostro sedile, quello al nostro fianco che allunga gambe&braccia invadendo il nostro spazio vitale già ridotto ai minimi termini, la signora che ci sta davanti che reclina la sua poltrona in pieno lunch facendo scivolare il vassoio con tutto quello che ci sta sopra sulle nostre gambe. Quanta invidia per le cuffiette del ragazzotto sprofondato nella poltrona al di là del corridoio, se non fosse per quell’unz unz che a lui concilia il sonno ma a noi martella il cervello.
lungo l’elenco delle cattive abitudini in aereo. British Airways ha messo in fila le prime dieci che infastidiscono i suoi passeggeri più fedeli (ma solo quelli non british che decollano e atterranno dal Terminal 5 di Londra Heathrow) e insieme ha provato a misurare livelli di tolleranza o irritabilità in base alla nazionalità. Risultato: gli italiani sono tra i più tolleranti in cabina, subito dopo i danesi e praticamente a pari merito con gli svedesi. I più irritabili sono invece i passeggeri tedeschi, quindi i belgi e gli svizzeri.
L’indagine è stata condotta da YouGov per conto della compagnia britannica intervistando quasi tremila viaggiatori di nove nazionalità Ue. Al primo posto nella classifica dei comportamenti (degli altri) che più irritano c’è lo sgambettare di chi siede alle nostre spalle e ci trasforma in un punching ball: calci e ginocchiate che colpiscono il retro dello schienale magari proprio quando cerchiamo di prender sonno. La cattiva abitudine è la più odiata da tutti gli italiani e dagli altri passeggeri Ue. Al secondo posto nella graduatoria italiana c’è un’altra invasione di campo: quella compiuta con arti vari (e magari chili di troppo) ai danni del nostro spazio vitale. Mentre al terzo ci sono i passeggeri che non controllano i propri figli lasciandoli liberi di urlare e correre in cabina come al parco divertimenti. Da sottolineare che davanti a questa cattiva abitudine gli italiani si dimostrano i più tolleranti, seguiti a ruota dai rigidissimi tedeschi.
La classifica continua con quei comportamenti che non intaccano il nostro spazio vitale ma le nostre orecchie: i passeggeri che russano, quelli che si lamentano per tutto il viaggio (magari coinvolgendoci nella loro conversazione a senso unico), quelli che parlano ad alta voce. E ancora: i passeggeri che mangiano rumorosamente e quelli che tengono il volume delle cuffiette troppo alto. All’ultimo posto una cattiva abitudine che solo fino a qualche anno fa era in pole position: i sedili reclinati.
«Sono molti i passeggeri che soffrono di stress da viaggio in aereo, perfino quelli più abituati a volare possono a volte sentirsi tesi e irritati» afferma Mark Moscardini, commercial manager di British Airways per l’Italia e Malta. Ecco così che la compagnia ha predisposto anche un vademecum per affrontare il volo (e le cattive maniere dei compagni di viaggio) nel modo più rilassato possibile: mai salire a bordo già stressati, evitare di assumere troppo alcol, magari (perché no) concedersi un massaggio, durante il volo ascoltare musica o guardare un film.
Attenzione, però, al volume delle cuffiette. E a non mettere in pratica una cattiva abitudine tipicamente nostrana non contemplata nell’indagine anglosassone: «Quella di spegnere il telefonino solo un istante prima del decollo – concordano le associazioni degli assistenti di volo italiani – e di riaccenderlo un istante dopo l’atterraggio».