Da Ugo Volli, Jeans, Lupetti & Co, 1991, p. 52, 22 maggio 2009
Il processo di vestizione dei jeans. Ecco come lo descrive Iain Finlayson (Denim- An American Legend, Fireside, Simon & Shuster, New York): «Prima bisognava che ti togliessi le scarpe, tendessi le punte dei piedi come una ballerina e tirassi i jeans come una calzamaglia su per le gambe, fino al sedere
Il processo di vestizione dei jeans. Ecco come lo descrive Iain Finlayson (Denim- An American Legend, Fireside, Simon & Shuster, New York): «Prima bisognava che ti togliessi le scarpe, tendessi le punte dei piedi come una ballerina e tirassi i jeans come una calzamaglia su per le gambe, fino al sedere. Poi bisognava che ti stendessi sul pavimento a pancia in su, che ispirassi profondamente e che afferrassi con forza la lampo con una mano, mentre con l’altra stringevi la cintura. Contorcersi e dare strattoni al cavallo dei pantaloni era opzionale, ma normalmente bisognava sollevare il sedere da terra, e l’intera procedura faceva pensare a qualche tecnica avanzata del Kama Sutra da praticarsi in solitudine per riuscirci. Per una aderenza più liscia, e per un miglior ingresso nei pantaloni, non bisognava interferire con mutande, che in ogni caso avrebbero provocato orribili bernoccoli sotto i jeans, sicché era un’impresa non prender dentro tormentosamente del pelo pubico quando si tirava su la lampo in un unico movimento veloce ed energico. L’effetto del rozzo denim sui teneri organi sessuali degli adolescenti era talvolta imbarazzante. Ma il risultato erotizzante sul corpo nudo era altrettanto carino».