Antonio Caprarica, Papaveri e papere, Sperling e Kupfer 2009, 22 maggio 2009
LIBRO IN GOCCE "PAPAVERI E PAPERE. BREVE STORIA UNIVERSALE DELLE GAFFE DEI POTENTI"
di ANTONIO CAPRARICA. SPERLING E KUPFER 2009.
ORIGINE La parola francese gaffe, in italiano sproposito, balordaggine, compare nel 1872 e deriva dal verbo gaffer che significa ”afferrare con la gaffa”, lunga pertica con due rami, uno dritto e uno ricurvo, per agganciare la barca. Ci si riferisce al fare cilecca, allo sbagliare la presa, al rompere l’etichetta sociale (la parola nasce in Francia nel periodo di massima ascesa della borghesia, con la sua nuova, rassicurante idea di rispetto e civilizzazione).
DIFFERENZE La gaffe ci permette di ridere in faccia a chi è protetto dal manto fatato della fama, della ricchezza, del successo, e di farlo apertamente, e in questo ha un forte potere liberatorio, sa di vendetta, di rivincita da parte del suddito. E in questo, il suo potenziale eversivo è molto più elevato della maldicenza, che si esercita nell’ombra e colpisce nell’anonimato.
AMERICANA (EX-PRESIDENTI) Il presidente Lyndon Johnson ordina mutande al telefono: «appena metto su un po’ di peso questi aggeggi salgono e mi tagliano proprio dove pendono i… E’ come cavalcare una barriera di filo spinato!»; Jimmy Carter alla rivista Playboy: «Ho guardato moltissime donne con lussuria, nel mio cuore ho commesso adulterio molte volte, che Dio mi perdoni».
BUSHISMI PRECISIONE All’ Onu, per evitargli di fare confusione con i nomi, gli trascrissero le dizioni: e Sarkozy divenne «sar-KO-zee»; STUPORE Al presidente Lula, mentre gli mostra una cartina geografica: «Wow il Brasile è grande»; SINCERITA’ 1 «I nostri nemici sono creativi, non smettono mai di pensare a come danneggiarci, e nemmeno noi». SINCERITA’ 2 Ad una conferenza stampa prima delle elezioni nel 2000, il classico microfono aperto: «C’è Adam Clymer, quello stronzo di prima classe del New York Times».
REAGAN 1966, elezioni per il governo della California: al giornalista che gli chiese che tipo di governatore sarebbe stato, risponde: «Non lo so, non ho mai recitato in quel ruolo»; Margaret Thatcher? Il miglior uomo d’Inghilterra; La politica è la seconda più antica professione al mondo, e certe volte assomiglia molto alla prima; Il debito pubblico americano è così grande che può badare a se stesso; Quante storie con questo inquinamento! Gli alberi inquinano più delle automobili.
TESTE REALI 1 Filippo d’Inghilterra, duca d’Edimburgo, gaffeur di professione: «non c’è molta differenza fra l’attività di prostituta e quella di moglie»; visita in Kenya, 1984, ad una donna che gli offriva un omaggio: «ma lei è una donna, vero?»; visita in Cina, 1986, a un gruppo di studenti inglesi incontrati a Pechino: «se state qui ancora un po’, vi verranno gli occhi a mandorla».
TESTE REALI 2 Il principe Carlo tiene molto al grado di cottura delle uova che mangia a colazione. Per questo, il suo staff ne prepara una serie, e le colloca sulla tavola in sequenza di cottura crescente. Se il principe pensa che il numero cinque sia troppo liquido, può rompere il guscio del sei, o del sette.
TESTE REALI 3 Il secondogenito di Carlo, Harry, ha ereditato dal nonno Filippo sia la sventatezza che la vaga vena razzista: ha chiamato in pubblico paki (nomignolo spregiativo) un commilitone di origini pakistane; nel 2005 è andato a un ballo in maschera con un’uniforme nazista, con tanto di svastica al braccio. anche incontinente: durante la parata per l’ottantaduesimo compleanno della Regina, con le telecamere di tutto il mondo puntate sul balcone di Buckingham Palace, si è esibito in un rumoroso peto. Che ha causato una smorfia di disgusto da parte di Elizabeth, e un sorrisino di approvazione da parte di Filippo.
STRONCATURE 1 (ARTE) Mark Twain, che all’inizio della sua carriera si manteneva scrivendo romanzi erotici, riteneva che la ”Venere” di Tiziano fosse «il più vile, il più osceno quadro che il mondo possegga. Un dipinto per un bordello»; Il critico d’arte Louis Etienne stronca il ”Dejeuner sur l’herbe” di Manet, definendolo una ”vergognosa ferita aperta; Manet disse di Renoir: «non ha proprio talento, ditegli di smetterla di dipingere!»; per il mercante d’arte Ambroise Vollard, il dipinto di Picasso ”Les demoiselles d’Avignon” era l’opera di un pazzo; e l’autore di Guernica, all’ufficiale tedesco che visitava il suo studio e gli disse «l’avete fatto voi questo orrore?» rispose «no, è opera vostra»;
STRONCATURE 2 (MUSICA) Ciaikovskij diede a Brahms del ”bastardo senza talento”, aggiungendo che «la sua musica è roba caotica e secca»; Glenn Gould si è augurato che Mozart morisse prima; l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, sempre a Mozart, dopo la prima rappresentazione delle ”Nozze di Figaro”, 1786: «troppo rumoroso ci sono troppe note!»; Mendelssohn consigliava lavarsi le mani dopo aver toccato uno spartito di Berlioz; il Daily Mail nel 1956 osservava di Elvis Presley: «il canto in ogni sua forma gli è estraneo».
STRONCATURE 3 (LIBRI) Lo scrittore Andrè Gide sconsigliò all’editore Gallimard di pubblicare la ”Recherche” di Marcel Proust; a Jane Austen fu rispedito il manoscritto dell’ ”Abbazia di Northanger”, dietro pagamento di una cauzione; Emile Zola su Charles Baudelaire: «fra un centinaio d’anni le storie della letteratura francese lo menzioneranno solo come una curiosità»; Virginia Woolf su James Joyce: «l’Ulisse è prolisso, torbido, pretenzioso, bastardo… Uno scrittore di prima categoria non usa certe astuzie»; l’editore James Galton predisse che il libro ”Il gabbiano Jonathan Livingston” non sarebbe mai diventato un best-seller;
CALCIO Bruno Pizzul, mondiali Italia ”90: «Schillaci in penetrazione: su di lui fallo di Koeman»; Nils Liedholm: «è sempre meglio venire da dietro»; Sandro Ciotti: «siamo giunti al minuto che intercorre fra il sedicesimo e il diciottesimo»; Arrigo Sacchi: «è stato un avversario ostico e anche agnostico»; Nereo Rocco, salutato da un allenatore francese durante una trasferta del Milan: «bon jour monsieur Rocco, mon ami!» risponde «testa de gran casso!» (’mona” in veneto si riferisce al sesso femminile); Boskov il tautologico: «rigore è quando l’arbitro fischia; calcio è calcio; per vincere partita bisogna fare più gol». E Daniele Massaro non volle dare alito a delle polemiche.
TRAPATTONI Il nostro calcio è prosa, non poesia; non mettiamo il carro davanti ai buoi, lasciamoli dietro; quando sento parlare di immagine, penso a quei bei limoni che, al momento dell’apertura, sono senza sugo; questo discorso resta circonciso tra di noi; non compriamo uno qualunque tanto per fare del qualunquismo; dobbiamo ritrovare il nostro filo elettrico conduttore.
ALTARE L’umiltà (e la consapevolezza) di Giovanni Paolo II, che il giorno della sua elezione disse: «se sbaglio, mi corrigirete».
SENZA PUDORE Giugno 1996. Emilio Fede, la sera prima delle elezioni presidenziali russe, chiude così il suo notiziario serale su Rete 4: «E infine, di poco fa, la notizia della morte di Boris Eltsin. Non sappiamo ancora se è vera o no, ma comunque ve l’abbiamo data per primi».
BEL PAESE A Pier Ferdinando Casini sembra di avere a che fare con dei ”baluba” (in milanese, persone rozze e incolte) quando è costretto a parlare con il comunista Oliviero Diliberto, e con i Verdi in generale; Calderoli, fra una vignetta denigratoria su Maometto e un’elezione di Miss Padania, trova anche il tempo per comporre allegorie: «per il federalismo fiscale abbiamo fatto un tandem: Bossi alla guida, io a pedalare come un matto e Tremonti davanti, a suonare la trombetta per far spostare la gente»
BERLUSCONI Il premier le gaffe non cerca di evitarle, anzi, le ricerca come fossero uno strumento politico. Le corteggia, come fossero belle donne (il suo argomento preferito): «impedire gli stupri? Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle donne»; sui motivi del suo successo: «sono orgoglioso di sapere che cosa fa muovere gli uomini. Di fatto, penso di conoscere meglio le donne... Donne! Vi amiamo! Vi amiamo!»; nel gennaio 2004 ha dichiarato di sentirsi sempre trentenne, in tutti i sensi: in quella stessa occasione, si è congedato dalla stilista polacca Ewa Minge chiedendole il numero di telefono: «così, se divorzio, la chiamo!». E ancora, ad Aida Yespica: «io con te andrei ovunque»; a Mara Carfagna: «se non fossi già sposato, me la sposerei...». Ma al premier interessano solo le belle donne: della povera Margaret Thatcher (già vituperata da Reagan) ha detto: «se fosse stata una gnocca, me la ricorderei».