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 2009  maggio 16 Sabato calendario

Pazienti in fuga, dentisti che fanno gruppi di acquisto per offrire sconti e combattere la sindrome della sedia vuota dopo aver visto il crollo del 25 % delle sedute e degli introiti in tre mesi

Pazienti in fuga, dentisti che fanno gruppi di acquisto per offrire sconti e combattere la sindrome della sedia vuota dopo aver visto il crollo del 25 % delle sedute e degli introiti in tre mesi. questa la fotografia dell´Italia dei sorrisi perduti al tempo della crisi. Raccontata dai ventimila pazienti che ogni anno emigrano all´est, dei sei italiani su dieci che un dentista nel 2008 non l´hanno visto proprio per risparmiare e dei 2 milioni che hanno rinunciato a curarsi. Perché costa troppo, dato che il servizio pubblico tra leggi e gli organici ridotti copre solo il 12 % delle prestazioni dentistiche totali. Così si finisce dai privati pagando di tasca propria. A prezzi liberi e a volte salati, se è vero quanto dice la ricerca dell´Università di Rotterdam che siamo i più cari d´Europa, dopo la Gran Bretagna. E ognuno combatte la crisi a modo suo. Viaggiando, come Alberto, bresciano del Lago d´Iseo che racconta di aver speso 4680 euro contro un preventivo nostrano di ventimila dopo essere andato in Croazia. O unendosi, come i 1500 dentisti dell´Ansoc che fanno gruppi di acquisto per risparmiare su materiale e strumenti e continuare ad offrire qualità a prezzi ridotti per vincere la concorrenza dell´est. Mentre il ministero fa accordi con i professionisti dell´Andi per offrire tariffe «sociali», destinate ai non abbienti. Perché in Italia i prezzi, liberi, comunque variano moltissimo, anche di duemila euro per la stessa prestazione, testimonia una ricerca di Altroconsumo. «All´estero di spende meno perché i costi per mettere su uno studio sono più bassi, ma noi garantiamo qualità e continuità di controlli impossibili con trasferte blitz», dice Walter Callioni, presidente Andi. E intanto le onlus, che fino a ieri si occupavano soprattutto di immigrati o senza tetto, si vedono sempre più spesso chiedere aiuto da disoccupati, pensionati. Come Antonino, settant´anni e neanche un dente. Una mattina è andato a bussare all´ambulatorio che ha già curato più di ventimila persone, messo su dall´Asl con Emergency a Palermo, per avere un dentiera gratis «perché è inutile che faccia un regalo alla mia nipotina, vede il mio sorriso vuoto e si spaventa». E come lui sono tanti che hanno chiesto aiuto ad associazioni come Camminare insieme o l´associazione Protesi gratuite di Torino. Perché, dice l´Istat, un italiano su dieci non ha denti, oltre 1 un milione e seicentomila hanno rinunciato a farsi curare tra il 99 e il 2002 e da allora la situazione è precipitata. «Proprio per questo abbiamo deciso di aprire anche agli italiani l´ambulatorio odontoiatrico che inaugureremo alla Cittadella della solidarietà al Casilino», dice Roberto Santopadre della Caritas romana, che per che vent´anni ha tenuto un poliambulatorio medico vicino alla stazione dove sono stati curati 16mila pazienti. Una scelta decisa perché la «fascia del disagio si amplia e sempre più spesso davanti alla nostre porte vediamo giovani italiani che chiedono aiuto. Perché invece di rafforzare la sanità dentistica pubblica, inefficiente per mancanza di personale, si fanno accordi coi privati. Dimenticandosi che la salute è un diritto».