Diodato Pirone, Il Messaggero 16/05/2009, 16 maggio 2009
Ormai lo sanno anche i bambini: in tutto il mondo si producono molte più automobili di quelle che i consumatori sono disposti a comprare
Ormai lo sanno anche i bambini: in tutto il mondo si producono molte più automobili di quelle che i consumatori sono disposti a comprare. Dalle 170 fabbriche europee, in particolare, potrebbero uscire 27 milioni di veicoli l’anno (stima Csm Worldwide) ma nel 2009 con si arriverà a quota 18 milioni. Dunque moltissimi impianti resteranno sottoutilizzati con un aumento dei costi spaventoso che brucerà una montagna di miliardi e migliaia di posti di lavoro. Il tasso di utilizzo degli impianti Opel, ad esempio, dovrebbe passare dall’82% del 2007 al 53% del 2009. Le fabbriche del gruppo Peugeot Citroen passeranno da quota 82 a 62%. Crollo previsto anche per le fabbriche europee della nipponica Honda: dal 94 al 50%. In questo quadro la Fiat scende da un livello di sfruttamento degli impianti pari al 72% raggiunto due anni fa ad una quota del 63%. Un calo sensibile, dunque, ma meno drammatico di quello dei suoi diretti concorrenti. E tuttavia la squadra di Marchionne non deve vedersela solo con il problema della sovracapacità produttiva. Per ragioni che hanno radici antiche la produzione Fiat è squilibrata: 400 mila auto (500, 600 e Panda) vengono sfornate da una singola fabbrica in Polonia mentre 600 mila vetture vengono alla luce in 5 differenti stabilimenti in Italia. E non finisce qui. Mentre la fabbrica di Melfi, in Basilicata, vanta standard di produttività a livello europeo assemblando su tre turni un solo modello, la Punto, con evidenti economie di scala; pochi chilometri più in là, a Pomigliano, si producono tre Alfa (la 159, la 147 e la Gt) che hanno tre pianali e tre piattaforme diverse con altrettanto evidenti diseconomie di scala. Per non parlare di Termini Imerese, in Sicilia, che quest’anno fabbricherà appena 80-90 mila Lancia Y contro le 200 mila del 2008. Storia assurda, quella di Termini. A inizio 2008 Fiat propose di raddoppiare lo stabilimento per produrvi un’auto piccola (la Topolino). Ma misteriosamente l’accordo non fu raggiunto e la Topolino sarà costruita in un nuovo stabilimento in Serbia. Una leggerezza imbarazzante - quasi un suicidio - commessa alla vigilia della più grande tempesta che abbia mai scosso l’auto mondiale.