Francesca Bertoldi, Avvenire, 16/5/2009, 16 maggio 2009
IL VIRUS NON CEDE: MILLE CASI NEL MONDO IN MENO DI 24 ORE
troppo presto per rilassarsi sull’epidemia di influenza A/H1n1, una crisi con possibili implicazioni a livello globale. Lo ha detto Margaret Chan, direttore dell’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms) sottolineando che se l’epidemia ha dato segnali di rallentamento in Nord America, suo epicentro, questo non significa che il peggio sia passato. C’è una «grande incertezza» sulla possibile durata di questa «situazione rassicurante ». «Ci troviamo in un momento di crisi che potrebbe avere implicazioni globali», ha detto durante un vertice inter-governativo sulla pandemia alla sede centrale dell’Oms a Ginevra.
D’altronde proprio ieri si è avuta un’impennata globale del numero di contagi. L’Oms ha registrato nelle ultime 24 ore oltre 1000 casi in più. Keiji Fukuda, vice-direttore generale dell’Oms, ha detto che le persone contagiate nel mondo sono 7.520 a fronte delle 6.497 di giovedì. In assoluto più della metà delle infezioni è stata segnalata negli Stati Uniti con 4.298 casi, quattro letali. Il Messico ha registrato 2.446 casi confermati in laboratorio, di cui 66 mortali. Il Canada ha segnalato 449 casi (un decesso) ed il Costa Rica 8 casi (un decesso).
L’Oms si aspetta anche la comparsa di nuovi focolai autonomi di trasmissione dell’influenza A. «Ci aspettiamo che l’attuale tendenza alla propagazione mondiale continui», ha spiegato Margaret. «Il lavoro (dei laboratori) indica che il virus è trasmissibile in maniera tale che noi ci attendiamo una continuazione nella propagazione dell’epidemia a livello generale e regionale», ha precisato il numero due Keiji Fukuda il quale ha aggiunto che «è ragionevole attendersi, ai ritmi attuali, che avremo un lungo periodo d’attività del virus», non escludendo «periodi di attività intensa». L’Oms ha attivato il 29 aprile la fase 5 d’allarme, che segnala l’imminenza della pandemia. La fase 6 scatterà quando ci saranno segni di una trasmissione autonoma del virus al di fuori del continente ame del 21esimo secolo. E nel giorno in cui l’Oms ha annunciato 1.000 nuovi casi di febbre nel mondo, le autorità di New York hanno chiuso tre scuole; e un dipendente di una di esse, è in condizione critiche (un cinquantenne, ricoverato in ospedale e sottoposto a ventilazione meccanica).
Intanto il sindaco di New York, Michael Bloomberg ha annunciato la chiusura temporanea di tre scuole nel Queens, frequentata da 4.500 alunni, dove è stato accertato «un livello insolitamente alto di malati di tipo influenzale». Bloomberg ha spiegato che in una scuola sono stati contagiati quattro studenti e un membro dello staff, che è «in stato critico»; mentre una cinquantina di alunni erano stati rispediti a casa la scorsa settimana perché con sintomi preoccupanti. In una seconda scuola mancano dalle lezioni 241 alunni; mentre nella terza, 29 studenti mostrano i sintomi dell’influenza.
Intanto le autorità dell’Arizona hanno confermato la morte di una donna a causa del virus, il che porta a 4 le persone decedute per la febbre suina negli Usa. Anche in Italia, dove i contagi accertati sono 9, spunta un caso sospetto. Un uomo di 32 anni, tornato il 4 maggio da New York, è stato ricoverato all’ospedale di Arezzo. I primi esami fatti a Siena sono risultati positivi. Il paziente aretino, spiega in una nota la Regione Toscana, tre giorni dopo il suo rientro dagli Usa ha accusato una lieve sintomatologia influenzale (mal di gola, raffreddore). Nei giorni successivi, a seguito di un rialzo febbrile e disturbi di natura gastroenterica, si è presentato all’ospedale.
Dai primi esami, eseguiti dall’Azienda ospedaliera di Siena, il tampone è risultato positivo per influenza di tipo A: questo non significa, specifica la Regione, «che ci troviamo di fronte a un caso conclamato. Spetterà ora all’Istituto superiore di sanità, chiarire se si tratta di influenza A/H1n1». Il paziente ha già iniziato una terapia specifica e le sue condizioni di salute sono buone.