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 2009  maggio 16 Sabato calendario

IL VIRUS NON CEDE: MILLE CASI NEL MONDO IN MENO DI 24 ORE

troppo presto per rilassarsi sull’epidemia di influenza A/H1n1, una crisi con possibili im­plicazioni a livello globale. Lo ha detto Mar­garet Chan, direttore dell’Organizzazione mondia­le per la Sanità (Oms) sottolineando che se l’epide­mia ha dato segnali di rallentamento in Nord A­merica, suo epicentro, questo non significa che il peggio sia passato. C’è una «grande incertezza» sul­la possibile durata di questa «situazione rassicu­rante ». «Ci troviamo in un momento di crisi che po­trebbe avere implicazioni globali», ha detto duran­te un vertice inter-governativo sulla pandemia alla sede centrale dell’Oms a Ginevra.
D’altronde proprio ieri si è avuta un’impennata glo­bale del numero di contagi. L’Oms ha registrato nel­le ultime 24 ore oltre 1000 casi in più. Keiji Fukuda, vice-direttore generale del­l’Oms, ha detto che le persone contagiate nel mondo sono 7.520 a fronte delle 6.497 di gio­vedì. In assoluto più della metà delle infezioni è stata segnalata negli Stati Uniti con 4.298 casi, quat­tro letali. Il Messico ha registra­to 2.446 casi confermati in la­boratorio, di cui 66 mortali. Il Canada ha segnalato 449 casi (un decesso) ed il Co­sta Rica 8 casi (un decesso).
L’Oms si aspetta anche la comparsa di nuovi foco­lai autonomi di trasmissione dell’influenza A. «Ci a­spettiamo che l’attuale tendenza alla propagazio­ne mondiale continui», ha spiegato Margaret. «Il la­voro (dei laboratori) indica che il virus è trasmissi­bile in maniera tale che noi ci attendiamo una con­tinuazione nella propagazione dell’epidemia a li­vello generale e regionale», ha precisato il numero due Keiji Fukuda il quale ha aggiunto che «è ragio­nevole attendersi, ai ritmi attuali, che avremo un lungo periodo d’attività del virus», non escluden­do «periodi di attività intensa». L’Oms ha attivato il 29 aprile la fase 5 d’allarme, che segnala l’imminenza della pandemia. La fase 6 scat­terà quando ci saranno segni di una trasmissione autonoma del virus al di fuori del continente am­e­ del 21esimo secolo. E nel giorno in cui l’Oms ha annunciato 1.000 nuo­vi casi di febbre nel mondo, le autorità di New York hanno chiuso tre scuole; e un dipendente di una di esse, è in condizione critiche (un cinquantenne, ri­coverato in ospedale e sottoposto a ventilazione meccanica).
Intanto il sindaco di New York, Michael Bloomberg ha annunciato la chiusura temporanea di tre scuo­le nel Queens, frequentata da 4.500 alunni, dove è stato accertato «un livello insolitamente alto di ma­lati di tipo influenzale». Bloomberg ha spiegato che in una scuola sono stati contagiati quattro studen­ti e un membro dello staff, che è «in stato critico»; mentre una cinquantina di alunni erano stati ri­spediti a casa la scorsa settimana perché con sin­tomi preoccupanti. In una se­conda scuola mancano dalle le­zioni 241 alunni; mentre nella terza, 29 studenti mostrano i sintomi dell’influenza.
Intanto le autorità dell’Arizona hanno confermato la morte di una donna a causa del virus, il che porta a 4 le persone dece­dute per la febbre suina negli U­sa. Anche in Italia, dove i conta­gi accertati sono 9, spunta un caso sospetto. Un uo­mo di 32 anni, tornato il 4 maggio da New York, è stato ricoverato all’ospedale di Arezzo. I primi esa­mi fatti a Siena sono risultati positivi. Il paziente a­retino, spiega in una nota la Regione Toscana, tre giorni dopo il suo rientro dagli Usa ha accusato u­na lieve sintomatologia influenzale (mal di gola, raffreddore). Nei giorni successivi, a seguito di un rialzo febbrile e disturbi di natura gastroenterica, si è presentato all’ospedale.
Dai primi esami, eseguiti dall’Azienda ospedaliera di Siena, il tampone è risultato positivo per influenza di tipo A: questo non significa, specifica la Regione, «che ci troviamo di fronte a un caso conclamato. Spetterà ora all’Istituto superiore di sanità, chiari­re se si tratta di influenza A/H1n1». Il paziente ha già iniziato una terapia specifica e le sue condizio­ni di salute sono buone.