Arturo Zampaglioni, CorriereEconomia 18/5/2009, 18 maggio 2009
TIMES SQUARE GREEN, IL PALAZZINARO CHE HA FATTO BINGO CON LO SCOPPIO DELLA BOLLA
A prima vista Jeff Greene sembra il tipico miliardario americano di mezza età, dai gusti eccentrici e i giocattoli costosi. Ha cinque ville di cui una di 6mila metri quadri a Beverly Hills, chiamata Palazzo dell’amore, dove due anni fa ha celebrato le nozze chiedendo a Mike Tyson di fargli da testimone. Possiede uno yacht di 53 metri. Tra i suoi amici figurano Oliver Stone e Heidi Fleiss, quella del giro di prostitute d’alto bordo; tra i nemici Ron Howard, il regista di "Angeli e demoni" (il nuovo film in cui Tom Hanks indossa i vestiti di Brioni), che gli ha fatto perdere una causa per centinaia di milioni.
Ma al di là di sfizi e sprechi, Greene, 54 anni, è uno dei pochi vincitori in questa catastrofe economica globale. Dopo essersi arricchito con investimenti immobiliari è infatti riuscito a diventare superricco (1,3 miliardi di dollari secondo l’ultima classifica di Forbes) scommettendo nel 2006 sul tracollo del castello di mutui subprime. E i suoi enormi e rapidi guadagni grazie ai credit default swaps rappresentano l’altra faccia – quella fortunata degli eccessi di Wall Street, cui ora il ministro del tesoro Tim Geithner cerca di porre rimedio.
Proprio la settimana scorsa Geithner ha chiesto al Congresso di regolamentare il mercato dei prodotti derivati, creando un sistema centralizzato per monitorare la compravendita di questi strumenti, finora scambiati senza controlli, e imponendo nuove norme a banche e hedge funds per evitare rischi eccessivi: come quelli che hanno spinto nel baratro il colosso delle assicurazioni Aig.
I credit default swaps sono polizze assicurative contro il rischio di insolvenza nelle emissioni di titoli, in particolare in quelle garantiti dai mutui. Nel 2006 Greene, che non ne conosceva neanche l’esistenza, era molto preoccupato per la bolla immobiliare: temeva un crollo nel valore dei suoi investimenti, come gli era già successo all’inizio degli anni Novanta. Cresciuto in una famiglia senza grandi mezzi, sin da giovane si era dato da fare vendendo biglietti per il circo mentre era all’università John Hopkins e avviando operazioni immobiliari durante il master ad Harvard. Trasferitosi in California, si era specializzato in immobili a uso commerciale. Dopo aver perso tutto nel 1991, si era rimboccato le maniche riuscendo in 15 anni ad accumulare un impero di case, uffici e negozi. Come evitare il nuovo tracollo che si profilava all’orizzonte?
Greene si rivolse al suo amico John Paulson, il mago degli hedge funds, che gli spiegò i meccanismi dei credit default swaps. Lui cominciò subito a fare incetta di polizze a titolo personale: in pratica scommise sul crollo del mattone e sulla conseguente insolvenza dei titoli legati ai subprime. Risultato: in soli 18 mesi è riuscito a guadagnare 800 milioni di dollari. E adesso? Greene continua a esser pessimista: "La crescita economica – dice rimarrà molto debole per almeno 57 anni".