Manuela Soressi, ཿIl Sole-24 Ore 18/5/2009;, 18 maggio 2009
PIZZA E YOGURT VANNO IN AUTOMATICO
Trovare una pizza calda anche all’alba, noleggiare un dvd in piena notte, acquistare un paio di sneakers in un giorno di festa oppure comprare una macedonia fresca la domenica pomeriggio.
Impossibile? No. Anche in Italia, ormai, ci sono punti vendita aperti 24 ore su 24 in ogni giorno dell’anno, feste incluse. Certo, si tratta di "negozi" un po’ anomali,senza serranda, senza personale e con un’offerta di prodotti contenuta, ma sufficiente a coprire ogni emergenza e anche a soddisfare qualche sfizio. Sono i free shop, la punta dell’iceberg del fenomeno vending machine: mini-supermercati fatti da distributori automatici, dove non solo si possono acquistare prodotti confezionati, ma anche alimenti freschi e surgelati, e dove si può mangiare anche un piatto caldo sfornato al momento.
Un vanto del made in Italy
A credere in questo format sono state alcune catene distributive (come Conad e Sigma) che si sono affiancate a insegne in franchising (come Free Shop e 25H Brekky). I negozi automatizzati sono l’evoluzione più estrema delle "macchinette" che erogano bevande calde, snack e bibite, e di cui l’Italia vanta la leadership mondiale a livello tecnologico con un export che assorbe ben il 70% della produzione.
Quello dei distributori automatici è un vanto del made in Italy, nato dalla reinterpretazione in chiave "calda" delle rudimentali macchinette di bibite fredde sbarcate in Italia con i Marines (le prime dieci furono installate nel 1946 per vendere la Coca-Cola), e che ben presto vennero trasformate in vere e proprie torrefazioni automatiche di caffè, capaci di esportare il gusto e la creatività italiane nel mondo.
«La capacità di continuare a innovare e a migliorare la qualità del servizio è la caratteristica del vending italiano, ma anche il plus che gli permette di reagire alla crisi, aumentando la sua presenza in Italia e l’occupazione di settore» spiega Vincenzo Scrigna, presidente di Confida, l’associazione di categoria che raccoglie 450 imprese nell’intera catena della distribuzione automatica di food & beverage.
L’anno scorso i distributori automatici attivi in Italia sono aumentati del 9,5%, superando i 2,2 milioni di unità. Le consumazioni sono state oltre 6,3 miliardi e il fatturato generato dal settore è ammontato a 2,7 miliardi di euro.
I filoni promettenti
I piatti cucinati serviti caldi sembrano essere uno dei filoni più promettenti, anche grazie ad apparecchi capaci di scongelare tagliatelle, pizze, scaloppine o piadine, scaldarli in microonde e servirli nel piatto con tanto di posate. In pochi minuti e a costi molto contenuti (sotto i 3 euro). E non solo: ai classici snack, bibite e caffé, si sono affiancati gelati, macedonie, insalate miste, panini, yogurt e latte fresco. Ma anche detersivi, fiori freschi, prodotti parafarmaceutici e gratta & vinci.
Nelle scuole le macchinette sono state viste come il cavallo di Troia per far entrare nell’alimentazione dei giovani anche prodotti tradizionali (come mele e Parmigiano- Reggiano), prodotti biologici ed equo-solidali. La prossima frontiera sarà quella degli alimenti "etnici" rivolti agli stranieri che vivono in Italia o che vengono in vacanza, mentre in Emilia-Romagna è già in corso una sperimentazione con i prodotti dedicati ai celiaci, inseriti nelle macchinette di ospedali e università.
La metamorfosi delle vending machine punta non più solo sul loro indiscutibile contenuto di servizio, ma anche sul loro lato più trendy. Così alcune
griffe di moda giovane propongono le vending machine come canale alternativo dove comprare
sneakers, calze e jeans, mentre alcuni produttori le scelgono per distribuire libri, dvd, dischi.