rep.it, 18 maggio 2009
IL CASO
"Chi più stupra più vince"
Facebook contro il videogioco
E’ arrivato in Europa uno dei videogame più discussi, Rapelay: insegna al giocatore a stuprare ragazzine. In Usa e GB è stato già bandito. Amazon lo ha ritirato dal suo catalogo. E un gruppo di psicologi ha creato un gruppo sul social network più popolare per contrastarlo e chiederne il blocco
ROMA - Anche Facebook scende in campo nella battaglia contro il videogioco in cui vice chi stupra di più. Sono più di diecimila i sostenitori del gruppo - promosso dalla società Obiettivo Psicologia - che si oppone all’arrivo in Italia di Rapelay, videogame giapponese nell’occhio del ciclone. Creato dalla giapponese Illusion, una società di Yokohama, che lo ha lanciato nel 2006, il gioco si è diffuso attraverso il sito Amazon. Solo recentemente, dopo una segnalazione, il colosso delle vendite web ha velocemente provveduto a rimuoverlo dal proprio catalogo.
Questo gioco non lascia molto spazio all’immaginazione, sin dal titolo: si chiama RapeLay (alla lettera "Disposto allo stupro", gioco di parole tra "rape che significa stupro" e "replay che vuol dire ripetuto". E quindi: stupro ripetuto). Il protagonista ha il "compito" di molestare e violentare le proprie vittime.
Deve perseguitare la madre di due giovani donne, violentare lei e poi continuare con le figlie. Chi ci ha giocato afferma che si tratta di un gioco di una violenza estrema con dettagli raccapriccianti. Come, ad esempio, le lacrime delle donne mentre supplicano di non subire violenza.
"La diffusione del gioco - spiega Obiettivo Psicologia che ha acceso i riflettori sul caso - è avvenuta attraverso il sito Amazon e grazie a una serie di negozi affiliati che lo hanno messo in vendita. Ha da subito suscitato forti proteste da parte di associazioni e autorità. In America e in Gran Bretagna sono riusciti a bandirlo dai siti web. Polemiche furiose anche in Spagna, Germania e Irlanda. In Italia, pur essendo unanime la condanna, ancora non è stata intrapresa una forte azione di contrasto del fenomeno".
Per questo è stato attivato su Facebook il gruppo ’Mobilitiamoci contro ’Rapelay’, per chiedere - oltre alla messa al bando del gioco in questione - una più chiara regolamentazione e un più attento monitoraggio. L’iniziativa vuole denunciare come "questo genere di prodotti sono altamente diseducativi e pericolosi". "Intendiamo - si legge ancora su Facebook - contattare professionisti di rilievo, mass media e politici di ogni schieramento per chiedergli di attivarsi - come altri paesi civili hanno già fatto - per bandire "Rapelay" anche dal nostro paese".
(17 maggio 2009)