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 2009  maggio 16 Sabato calendario

La mucca del futuro più sana ed ecologica. Primo obiettivo: meno metano nell’aria - Dominette 01449, dal mantello rosso e bian­co e del peso di più di 600 chilogrammi, vive tranquilla in una fattoria di Miles City, piccola località del Montana occidentale, negli Stati Uniti

La mucca del futuro più sana ed ecologica. Primo obiettivo: meno metano nell’aria - Dominette 01449, dal mantello rosso e bian­co e del peso di più di 600 chilogrammi, vive tranquilla in una fattoria di Miles City, piccola località del Montana occidentale, negli Stati Uniti. E’ diventata – ovviamente a sua insa­puta – la vacca più famosa al mondo, grazie a due articoli recentemente pubblicati sulla ri­vista Science. Trecento scienziati di 25 paesi, dopo un la­voro durato sei anni, sono riu­sciti a sequenziare, nell’ambi­to del Bovine Genome Sequencing Project, il suo genoma, a leg­gere cioè lettera per let­tera l’enciclopedia di in­formazioni racchiusa nei suoi 22.000 geni. Paral­lelamente a questo risul­tato, ricercatori del Bovi­ne HapMap Consortium hanno confrontato il ge­noma di 17 razze bovine e di altri animali per tracciare la storia evolutiva della specie. «Si tratta del primo sequen­ziamento ottenuto in un ani­male domestico, selezionato per millenni per le sue attitu­dini produttive, che potrà da­re immediati riscontri prati­ci » sottolinea Alessandra Stel­la, co-autrice dello studio del Bovine HapMap Consortium e ricercatrice del Parco Tecno­logico Padano. «L’applicazione di questa mappa sarà immediata – ag­giunge la scienziata ”. Gra­zie alle conoscenze acquisite sarà possibile selezionare ani­mali più efficienti dal punto di vista energetico, in grado cioè di sfruttare meglio gli ali­menti di cui si nutrono, e più resistenti alle patologie». Svelando le basi genetiche della biodiversità, la genomi­ca potrà essere un preziosissi­mo supporto per selezionare animali con il giusto cocktail di geni per essere produttivi anche in condizioni ambien­tali limite. «La genomica ha un enorme potenziale per il miglioramento produttivo anche per i paesi in via di sviluppo ma deve essere applicata con criteri severi e complementata con attività di raccolta di dati fenotipici» commenta Irene Hoffmann, lea­der della sezione di risorse genetiche animali della Fao, l’organizzazione per l’alimentazio­ne e l’agricoltura delle Nazioni Unite. Secondo diversi ricercatori, la «vacca del fu­turo », grazie alle conoscenze acquisite sul ge­noma bovino, potrà avere anche ottimi risul­tati in tema di compatibilità ambientale: un minore impatto sull’ambiente, limitando le emissioni di metano che, dopo l’anidride car­bonica, è il secondo gas compreso negli accor­di di Kyoto per la riduzione delle emissioni cli­ma alteranti. La mucca Dominette, infat­ti, è di razza Hereford, un ani­male specializzato nella pro­duzione di carne. Assieme ai suoi simili, circa 1.5 miliardi di bovini che vivono sulla Ter­ra, contribuisce a sfamare ogni anno, con 67 milioni di tonnellate di carne e con 560 milioni di tonnellate di candi­do e dolce latte, gli abitanti del pianeta. Ogni capo bovino allevato emette però annualmente – secondo i dati dell’Epa, l’Agenzia Ambiente degli Sta­ti Uniti – 80-110 kg di meta­no che, sommati a quelli pro­dotti da altri ruminanti alleva­ti – capre, pecore , bufali – si traduce in 80 milioni di ton­nellate di metano riversati nella atmosfera, il 28% delle emissioni antropiche di que­sto gas serra. Circa 95 milioni di anni or­sono le strade degli antenati degli uomini e dei bovini si divisero. «Nonostante tutto questo tempo però – sottoli­nea ancora Alessandra Stella ”, queste due specie condivi­dono ancora circa l’80% del patrimonio genetico. Gli stu­di realizzati dal Bovine Hap­ Map Consortium hanno con­sentito di confrontare inoltre il patrimonio genetico di Do­minette con quello di 497 esemplari appartenenti a 17 razze diverse e a due specie si­mili quali il bufalo e l’anoa (che del bufalo è una sottos­pecie nativa dell’Indonesia). L’intensa opera di selezione perpetuata dall’uomo da circa 10 mila anni a questa parte, che ha dato luogo alle attuali 800 razze bovine esistenti sulla Terra, ha influ­ito ovviamente sulla diversità genetica di que­sti animali. I bovini hanno comunque mante­nuto una sorprendente diversità genetica al­l’interno di alcune razze, simile a quella osser­vata per la specie umana».