Emanuela Minucci, la Stampa 15/05/2009, 15 maggio 2009
Chiamparino: «Sui clandestini il mio partito sta regredendo» - Mi accusano di slealtà? Intanto questa famosa lettera del Pd io non l’ho ancora, neppure, ricevuta
Chiamparino: «Sui clandestini il mio partito sta regredendo» - Mi accusano di slealtà? Intanto questa famosa lettera del Pd io non l’ho ancora, neppure, ricevuta. Poi, se mi arriverà, avrò due cose da replicare: prima di tutto mi pare un’accusa surreale dal momento che il nostro partito non ha mai organizzato una riunione sull’immigrazione e poi devo proprio dirlo: su questo argomento il Pd sta regredendo». Cronaca di uno scontro fra Maroni e Franceschini? Macché. E’ il sindaco di Torino Chiamparino, che ieri pomeriggio, alla Fiera del Libro, ha deciso di rispondere a muso duro ai suoi amici del Pd sull’argomento quanto mai caldo dei «respingimenti alle frontiere». A fornire l’occasione, un dibattito al Salone del Libro. Incalzato dalle domande dei cronisti, Chiamparino ha ribadito la sua ricetta per combattere l’immigrazione, fatta di difesa dura delle frontiere e confini blindati: «Lo dico e lo confermo: sono convinto che si debba fare di tutto per togliere l’immigrazione dalle mani delle mafia e della criminalità. E quindi che si debba cercare di contrastare gli sbarchi dei clandestini sulle nostre coste perché questa attività è in mano esclusivamente alla criminalità». E ha aggiunto: «Se non spezziamo questo sistema non riusciremo mai a garantire un’immigrazione regolare sia per chi chiede asilo, sia per chi arriva chiedendo un lavoro». Quindi ha rinnovato la sua proposta, quella di ipotizzare, in accordo con l’Ue, almeno due porti italiani, attrezzati appositamente, dove si organizzino basi di accoglienza e dove si possano attraccare, più o meno due volte alla settimana, le barche provenienti dal Nord Africa con a bordo gli immigrati. «In questo modo si riuscirebbe a controllare i flussi immigratori - ha spiegato il sindaco di Torino - perché i flussi vanno governati, tanto gli immigrati ci sono e ci saranno sempre, la nostra ormai è una società multietnica, lo si vede anche qui alla Fiera del Libro». Una linea esposta già qualche giorno fa nell’ambito di un’intervista al Mattino. E che subito ha scatenato le reazioni del suo partito: «Soro avrebbe scritto che devo essere più responsabile? Ribadisco: non ho ricevuto ancora alcuna lettera, e non sposto di una virgola quanto ho detto». Chiamparino, dunque, a cui una cinquantina di spettatori che si sono dichiarati «un po’ di destra e un po’ di sinistra» dopo questo discorso sono andati a stringere calorosamente la mano, non ha perso l’occasione per smarcarsi dal suo partito. «Sarebbe bene che le organizzazioni internazionali si ponessero il problema, Onu compresa - ha detto il primo cittadino - perché la vera emergenza è togliere l’immigrazione dalla mano delle mafie e quelli che conducono i barconi fanno parte di queste mafie. Quindi bisogna bloccare questi viaggi e costituire anche in Italia una sorta di Ellis Island». Affondo finale: «Perché se noi non garantiamo una immigrazione legale la nostra società non sarà mai multietnica». Applausi, ancora bipartisan. Così, quel concetto che avrebbe scatenato una lettera di fuoco da parte di Soro («evidentemente abbiamo due idee diverse di come si sta in un grande partito politico») non hanno fatto cambiare rotta a Chiamparino, che ieri, anzi, gliele ha cantate ancora più chiare. E, visto che molti, in sala, a quel punto, hanno pensato che Chiamparino fosse l’avversario più insidioso per Franceschini e Bersani nella corsa alla leadership democratica lui ha dichiarato: «Non mi posso candidare alla segreteria nazionale del Pd per il semplice fatto che non ha alcun senso che io pensi di lasciare Torino obbligando la città ad andare al voto prima del previsto».