Francesco Petretti, Il Riformista, 15/5/2009, 15 maggio 2009
AGGRESSIVI, MA NON TROPPO
di Francesco Petretti*.
C’è una differenza fondamentale fra il comportamento aggressivo degli uomini e quello degli animali: mentre gli uomini arrivano a farsi male sul serio, gli animali raramente spargono sangue, poichè il loro combattimento è frenato da una serie di atteggiamenti inibitori dell’aggressività che riducono di molto l’intensità dei contatti fisici.
"Can che abbaia non morde": mai detto popolare è stato così in sintonia con le leggi dell’etologia anche se vi preghiamo di non metterlo troppo alla prova. Latrare, ringhiare, mostrare i denti è una dichiarazione di forza e di disponibilità a combattere, un’aggressione in potenza in cui basta nulla per far degenerare in uno scontro fisico vero e proprio.
Ma chi sa intendere il messaggio racchiuso in quel gesto di minaccia, ha tutto il tempo di togliersi di mezzo alla svelta. Eviterà così di farsi del male.
A nessun animale piace combattere e litigare: anche l’esemplare più forte e feroce ha qualcosa da perdere in uno scontro con un contendente più debole e piccolo, ma mosso dalla disperazione.
Così fra gli animali, come ci insegna l’etologia, si è sviluppato un codice di segnalazioni aggressive che ha lo scopo di evitare il contatto fisico diretto e quindi inutili spargimenti di sangue.
Il primo segnale, fra gli animali dotati di dentatura, è naturalmente racchiuso nella dimostrazione di cosa comporterebbe un morso. Non è pericoloso solo il morso di un Leone o quello di un Lupo, animali carnivori dotati di denti canini solidi e appuntiti come pugnali, o quello di un Coccodrillo che sfoggia un sorriso a 50 zanne una più affilata dell’altra.
Il morso più pericoloso di tutti è, infatti, quello di un animale erbivoro che in vita sua non fa altro che brucare erbe e piante acquatiche: l’Ippopotamo. L’enorme apertura della bocca e la dimensione dei suoi denti ne fanno un temibile morsicatore. La pericolosità di questo animale è aumentata dal fatto che è un tipo irascibile e pertanto non sopporta canoe e imbarcazioni vicino alle sue femmine: fa più morti in Africa l’Ippopotamo di tutti gli altri animali selvatici insieme.
Non sono da meno neanche gli innocenti e amichevoli delfini: un maschio, geloso del suo harem, potrebbe mordere un sub che faccia delle incaute avances alle sue femmine.
Aprire la bocca e mostrare i denti è un modo per incutere paura e rispetto, ma anche per dare sfogo ad altre emozioni che hanno a che fare con lo spirito di gruppo.
Pare che ridere in modo fragoroso, a bocca aperta, cosa che fanno solo le scimmie e l’uomo, sia in fondo una naturale derivazione dell’atto aggressivo del mostrare i denti. Solo che nel caso della risata si ride insieme per cementare l’unione dei membri di un gruppo e mostrarsi forti e compatti di fronte a qualcuno che potrebbe anche essere un antagonista.
Pensateci bene: non c’è dolcezza in una sonora risata, ma forza, vitalità, desiderio di schernire e forse sotto sotto anche un po’ di aggressività.
*Università di Camerino