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 2009  maggio 13 Mercoledì calendario

PRONTI ALLA FORMULA BIS


La Ferrari ha compiuto il passo da cui non può tornare indietro: ha scritto, per mano del suo consiglio di amministrazione, ciò che finora aveva lasciato intendere con messaggi trasversali e velate minacce.

O cambiano le regole o la Formula 1 si dovrà trovare un altro simbolo. Non è più un bluff. In un mondo ragionevole, le parti troverebbero un accordo, perché Maranello non può fare a meno di una vetrina internazionale da 500 milioni di spettatori l’anno e la F1 non può rinunciare alla star che da sola fa quadrare i conti. Ma questo show ha regole e codici suoi. Soprattutto, ha un presidente che ha imboccato anche lui una strada a senso unico. Nel nome del risparmio ha tentato prima di introdurre il «motore standard» uguale per tutti. Figurarsi Ferrari & C.: in pista con un propulsore low cost non ci sarebbero scesi neanche per una sfilata in piazza. Poi il budget cap, il tetto di spesa facoltativo che premia i team virtuosi.
Su questo punto a Maranello si sono impuntati. Se la spunteranno, la minaccia rientrerà. Altrimenti si guarderanno intorno. In entrambi i casi lavoreranno a un campionato alternativo, gestito dai costruttori, amministrato da Bernie Ecclestone e rigorosamente senza Mosley. Le alternative: la 24 Ore di Le Mans, per esempio, una delle competizioni storiche dell’automobilismo. La prossima edizione scatterà il 13 giugno e lo starter sarà Luca Montezemolo. Una combinazione? «La 24 Ore è sinonimo di competizione tecnologica e sportiva e da sempre suscita una grande attenzione da parte nostra», ha detto il presidente del Cavallino, tanto perché il messaggio fosse chiaro. Poi la 500 Miglia di Indianapolis, altro simbolone delle corse. E a seguire la Formula Indy che affascina l’America assai più della Formula 1, che da due anni ha smesso di andarci. Gli Stati Uniti sono il primo mercato per le auto stradali marchiate con il Cavallino, altro pesante indizio. Nel 1987, al culmine di una lite con la Federazione internazionale, Enzo Ferrari presentò alla stampa internazionale due monoposto: una per la F1 e l’altra per le serie americane, che non percorse un solo giro, ma servì da merce di scambio in una lotta politica. Il Drake voleva il ritorno dei motori 12 cilindri e lo ottenne: il turbo sparì nel 1989.
Anche oggi la Ferrari non ha intenzione di rompere il giocattolo e tenterà un’intesa, ma non a tutti i costi. Il comunicato del cda è qualcosa in più di un avvertimento e l’accordo è tutt’altro che scontato. Mosley sente di avere già in tasca la riconferma alla presidenza della Fia, poltrona che occupa dal ”93 (in autunno le elezioni). «Possiamo trovare un punto di incontro, ma queste minacce isteriche di lasciare la F1 non ci smuovono», ha sentenziato Tony Purnell, consigliere tecnico della Federazione. Secondo Purnell, i punti fermi della riforma non si toccano: il tetto al budget serve ad attrarre altre squadre, quindi è bene che tutti lo rispettino, così il regolamento sarà uguale per tutti: «La gente non ama i cambiamenti. Ogni volta che viene introdotta una nuova regola grida alla fine del mondo. successo quando siamo passati dal 10 all’8 cilindri, quando è stato bloccato lo sviluppo dei motori, quando è arrivato il kers». L’unica apertura riguarda i controlli sui bilanci: per non indispettire i costruttori, la Fia li affiderebbe a revisori indipendenti.
Il grande mediatore sarà Ecclestone. Lui detiene i diritti economici del Circus, lui ha interesse a proteggerlo. «La Ferrari non è stupida, non vuole lasciare la Formula 1 e noi non vogliamo perderla». Il patron è convinto che il Mondiale a due livelli stia «lentamente scomparendo» ed è pronto a dare una spallata per affossare i punti più controversi della riforma. Altrimenti sarà secessione. All’esodo della Ferrari si uniranno McLaren-Mercedes, Renault, Bmw, Toyota. Intesa o scissione: la svolta è prevista in settimana, con un incontro tra le parti. La scadenza è a fine mese: le iscrizioni al 2010 saranno aperte dal 22 al 29. L’associazione dei team ha assicurato che nessuno si presenterà, in attesa di un segnale da Mosley. Poi partirà il progetto Formula bis.