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 2009  maggio 13 Mercoledì calendario

RANIERI, TECNICO LOW COST CON IL BILANCIO IN ROSSO

Doveva essere la manovra di rifondazione della squadra, dopo la vergogna della retrocessione in serie B in seguito al processo sportivo detto Calciopoli. Un aumento di capitale da 105 milioni di euro, completato nel giugno 2007, accompagnò la chiamata, il 4 giugno 2007, di Claudio Ranieri come allenatore della Juventus, dopo la rottura con Didier Deschamps. L’operazione si è rivelata un flop. Ranieri è in discussione, forse non completerà il mandato triennale a Torino, dove ha ancora un anno di contratto. Tra i «gatti grassi» del pallone, il tecnico romano è un allenatore relativamente economico.
Il suo ingaggio – le cifre non vengono pubblicate – si dice che sia intorno a un milione di euro netti all’anno, cioè circa due milioni lordi di costo per la società, più eventuali premi per le vittorie. Fabio Capello a Torino era costato oltre dieci milioni l’anno, compreso lo staff.
Se Ranieri non ha centrato gli obiettivi, neppure l’alta dirigenza della Juve può essere assolta. L’aumento di capitale da 105 milioni, lanciato per ricostituire la squadra dopo la vendita (o svendita, secondo alcuni punti di vista) di pezzi pregiati per la retrocessione in B, non ha portato a un rilancio. Neppure gli azionisti sorridono. Le nuove azioni, offerte due anni fa a 1,3 euro, oggi quotano il 40% in meno (ieri in rialzo del 4% a 0,7755).
Uno sguardo agli affari del mercato bianconero: tutti ricordano tre colpi dell’estate 2007, Tiago pagato 13,65 milioni, Almiron nove, Andrade 10,5. Almiron dopo pochi mesi è stato ceduto, Tiago gioca a intermittenza, Andrade si è infortunato gravemente. L’8 aprile la Juventus ha chiuso una controversia sugli stipendi di quest’anno pagando ad Andrade circa tre milioni di «incentivo all’esodo». Per un raffronto sui valori, val la pena ricordare che 12 mesi prima, retrocessa in B, la Juve aveva ceduto Ibrahimovic all’Inter per 24,75 milioni e Zambrotta al Barcellona per 14 milioni.
Nel costo della gestione Ranieri andrebbero messi in conto anche questi acquisti sfortunati. Una responsabilità da condividere con il vertice societario. Secondo i dati al 31 marzo 2009, approvati ieri dal cda, in cassa c’è liquidità per 38 milioni e c’è un utile netto di 21,7 milioni nei primi nove mesi dell’esercizio. La società conferma la previsione di chiudere l’anno «in sostanziale pareggio».
L’altro allenatore in discussione, Carlo Ancelotti, guadagna oltre 4 milioni netti l’anno, stando a stime giornalistiche, con un costo per il Milan di circa nove milioni lordi. Il club di Silvio Berlusconi ha perso quasi 100 milioni di euro negli ultimi due anni, di cui 66,8 nel bilancio al 31 dicembre 2008. Trai potenziali sostituti c’è Luciano Spalletti, all’As Roma riceve 2-3 milioni netti l’anno.
Chi spende di più per l’allenatore, anzi per gli allenatori, è l’Inter di Massimo Moratti. A José Mourinho viene attribuito un ingaggio netto di 11 milioni l’anno, corrispondente a un costo di 22 milioni per la società. Ma l’Inter paga ancora il precedecessore, Roberto Mancini. Nel bilancio al 30 giugno 2008, chiuso con una perdita netta di 148,27 milioni, oltre a una spesa per il personale di 180,47 milioni, c’è l’accantonamento di 10,19 milioni «per oneri futuri relativi a personale tecnico esonerato prima dell’inizio della nuova stagione sportiva», cioè per pagare Mancini, che già era costato circa 11 milioni lordi durante la stagione 2007-2008. E nel bilancio dell’anno precedente Moratti aveva accantonato 2,09 milioni per lo stipendio di allenatori licenziati in precedenza.