Daniele Lepido, ཿIl Sole-24 Ore 13/5/2009;, 13 maggio 2009
L’ELETTRONICA CONTRO I CLONATORI
Armate hi-tech contro i clonatori di carte e bancomat. Che l’anno scorso, solo su internet, hanno sottratto in Italia 12 milioni di euro, circa lo 0,2% su un totale transato di oltre 6 miliardi. E la risposta di banche e circuiti internazionali a chi di mestiere ruba dati personali e fruga nei conti dei risparmiatori passa per la tecnologia. Nell’eterna rincorsa tra le guardie e i ladri dei pagamenti elettronici spunta un prezioso alleato: il microchip, di norma da 128 Kbyte, simile a quello delle sim telefoniche, obbligatorio già dall’anno scorso per le nuove emissioni, che custodisce i nostri dati grazie a complicati algoritmi di criptazione.
Ben diverse invece sono le carte dotate solo di banda magnetica non protetta: in questo caso basta un semplice skimmer,
acquistabile anche su internet ( si veda l’articolo qui sotto), cioè un lettore digitale di bande magnetiche capace di riscrivere i dati catturati su una plastica "vergine", a quel punto utilizzabile per prelievi illegali. Ma come può accadere che qualcuno cloni le nostre carte, siano esse di credito – dalla Visa alla Mastercard, solo per fare un paio di nomi ”oppure di debito, quindi il bancomat? Rubare l’identità di una carta di credito è piuttosto semplice, almeno a livello teorico: basta lasciarla incustodita, per esempio in un ristorante, " regalandola" al cameriere quando si chiede il conto. Perché , sempre a livello teorico, avendo in mano i 16 numeri che la compongono, il nome e il cognome dell’intestatario, la scadenza e codice Cvv2 (le ultime tre cifre su retro), chiunque può operare una transazione, soprattutto online. I grandi circuiti, però, proprio per contrastare la pirateria sul web hanno da tempo messo a punto antidoti efficaci, come il Verified by Visa e il Mastercard SecureCode, che sono dei programmi di protezione basati su password, utilizzabili però solo se il venditore aderisce all’iniziativa.
Nella vita reale, invece, ogni volta che si effettua un acquisto con la carta di credito il merchant dovrebbe controllare che la firma che c’è dietro la carta corrisponda a quella di un nostro documento d’identità. Controllo che non sempre avviene. Un altro programma di protezione è quello che lega la carta di credito al cellulare, e l’esempio è quello di CartaSi: quando l’intestatario della carta effettua transazioni superiori ai 50 euro, si vedrà recapitare sul cellulare, senza costi aggiuntivi, un sms che lo avverte dell’avvenuto movimento sul suo conto. I bancomat sono invece già protetti da una password, che è quella che si digita quando si preleva il contante a un qualsiasi sportello Atm. Ma è proprio lì che si annidano le insidie peggiori, poiché con piccole webcam che spiano il codice digitato e microscanner in grado di leggere la banda magnetica, la carta è clonata senza che il cliente se ne accorga.
Il rimedio contro queste truffe viene innanzitutto da una buona prevenzione e il primo consiglio è quello di evitare di digitare i codici "in bella vista", per i bancomat, coprendo banalmente con una mano la tastiera numerica (da controllare anche quella, perché potrebbe essere " posticcia") che si sta utilizzando per prelevare. E poi mai abbandonare la propria credit card negli esercizi commercia-li, per esempio nei ristoranti, dove è più facile rimanere al tavolo e compiere il gesto, per molti naturale, di consegnare la propria "plastica" all’esercente per il saldo finale.
E i rimborsi, in caso di addebiti fraudolenti, quando arrivano? I tempi variano molto, a seconda del caso specifico, ma vanno mediamente da uno a tre mesi. E per bloccare la carta la prima cosa è chiamare il numero gratuito del proprio circuito, fare quindi denuncia alle Forze dell’ordine e poi tornare in filiale per la richiesta di storno.