Elena Meli Corriere.it 13/5/2009, 13 maggio 2009
Ultima moda americana: gareggiare o scommettere sulla perdita di peso. Ad esempio Rena Wing, psichiatra della Brown University, ha ideato la competizione Shape Up Rhode Island che ha coinvolto, fra dicembre 2006 e gennaio 2007, oltre 4
Ultima moda americana: gareggiare o scommettere sulla perdita di peso. Ad esempio Rena Wing, psichiatra della Brown University, ha ideato la competizione Shape Up Rhode Island che ha coinvolto, fra dicembre 2006 e gennaio 2007, oltre 4.700 individui. Quindici dollari l’iscrizione, premio in palio la perdita dei chili di troppo. Doveri dei partecipanti, suddivisi in squadre: seguire il ritmo degli esercizi e le diete assegnate, capitanati da un caposquadra che incitava tutti a darsi da fare. Risultato: gli obesi sono passati dal 39 al 31 per cento del totale dei partecipanti. Sul sito stickK.com, che conta oltre 23 mila utenti, il meccanismo è invece il seguente: si stipula un contratto scommettendo, ad esempio, che si riuscirà a perdere un tot di chili ogni settimana e si designa un arbitro personale (il partner, un amico, un collega) che controlla i progressi. Se si fallisce l’obiettivo, si perdono i soldi. Che si può scegliere di donare a un ente benefico o anche a un nemico perché, come recita il sito: «Non ti ucciderebbe sapere che il denaro che ti sei sudato finisce nelle mani di qualcuno che non sopporti?». L’85 per cento degli utenti opta proprio per questa sorta di anti-charity, come la chiamano Dean Karlan e Ian Ayres, i professori di Yale che hanno inventato stickK.com. *** Una ricerca pubblicata sul Journal of the American Medical Association ha dimostrato che la prospettiva di ricevere un premio in soldi è il modo più efficace per convincere la gente a mettersi davvero a dieta. Kevin Volpp, autore dello studio e psicologo all’università della Pennsylvania: «A nessuno piace perdere denaro, a tutti piace guadagnarlo: aver detto ai partecipanti che se fossero riusciti a perdere peso avrebbero guadagnato qualcosa è bastato a farli rigare dritto fino al termine del periodo di intervento, che includeva dieta ed esercizio fisico».