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 2009  maggio 12 Martedì calendario

UE, GIA’ RESPINTI 150 MILA



Da tre anni operazioni di polizia comuni anti-immigrati mare e terra

Dal 2005 al 2008 l’Unione europea ha attuato circa 150 mila respingimenti di immigrati clandestini. Cento volte di più di quelli che l’Italia ha fermato in questi giorni in acque territoriali libiche. Molti altri sono stati rimpatriati a forza sia da operazioni comuni di difesa delle frontiere decise da programmi varati a Bruxelles sia da decisioni prese e concordate da singoli paesi, come la Spagna di Josè Luis Zapatero. I respingimenti sono avvenuti grazie alle azioni di un’apposita agenzia europea, la Frontex (nata nel 2004), sia per mare che per terra o negli aeroporti dei principali paesi del Vecchio continente. Nello stesso periodo sono state accolte più di 250 mila domande di asilo nei vari paesi...(...) Nella sola estate 2006, quando al governo in Italia c’era Romano Prodi insieme alla sinistra antagonista, ai comunisti ai verdi e a tutti quelli che oggi protestano indignati per l’applicazione dell’accordo Italia-Libia, forze di polizia italiana hanno partecipato congiuntamente a quelle di Spagna, Malta, Francia, Belgio, Grecia e altri paesi europei al respingimento o al rimpatrio di decine di migliaia di immigrati clandestini. Con l’operazione Poseidon ne sono stati respinti 422 in tre giorni. Con quella denominata Amazon bloccati 3.166 negli aeroporti e respinti il 62,9 per cento. Con l’operazione Hera I capeggiata dalla Spagna rimpatriati in Marocco, Senegal, Mali e Guinea 6.037 immigrati clandestini nel solo mese di luglio. Con l’operazione Hera II nel mese di agosto ci sono stati 3.887 respingimenti in acque territoriali senegalesi, e le forze di polizia europee sono sbarcate a terra in accordo con il governo del Senegal bloccando la partenza di altri 5 mila immigrati clandestini. Ancora centinaia di respingimenti nello stesso mese di agosto con l’operazione Nautilus I coordinata da Italia e Malta per proteggere Lampedusa e la stessa isola di Malta dai continui sbarchi. Nel 2007 il flusso di immigrati bloccati, respinti o rimpatriati di forza sotto l’egida dell’Unione europea è cresciuto esponenzialmente, e così nel 2008. Quel che sta avvenendo oggi fra lo scandalo generale è quindi la normalità da anni. Non accadeva con la Libia semplicemente perché non esisteva nessun accordo di collaborazione con le autorità europee. Ma ancora nel gennaio 2009 il Frontex in un suo rapporto si augurava di potere chiudere presto le trattative con Tripoli e Tunisi, perché da quelle coste parte il maggiore numero di barconi della morte verso l’Europa mediterranea. Sono numeri e fatti difficili da contestare, e che in Italia sono stati riconosciuti con onestà che rende loro merito da due soli esponenti del centrosinistra, Piero Fassino e Francesco Rutelli, gli unici per cui la verità dei fatti fa ancora premio in piena campagna elettorale. Il fatto che insieme alle decine di migliaia di respingimenti siano stato accolte ancora più domande di diritto di asilo, significa poi che l’Europa non è affatto sorda ai diritti dei migranti. Ma anche questo tema, al di là della strumentalizzazione in atto, dovrà suscitare qualche riflessione nei prossimi mesi. Perché è evidente che chiunque parta da paesi non democratici potrebbe cercare una libertà che non ha. Ma si può accogliere in Europa, solo per fare un esempio di queste ore, un flusso improvviso di più cento mila afghani in fuga? E aprire poi le porte a tutti o quasi gli altri immigrati in fuga dall’Africa mediterranea, dall’Asia e da altri paesi dove certo non brilla la democrazia? Le domande sono lecite, la polvere che si sta alzando in queste ore un po’ meno. Vada per uno dei due padri della legge Bossi-Fini, oggi divenuto presidente della Camera, che solleva il tema dei diritti civili ormai divenuto una bandiera dei suoi ultimi anni. Ma quelli che pure di soffiare sul fuoco e ingigantire la polemica politica sono diposti anche a deformare totalmente la realtà? Tutti le principali agenzie di stampa hanno preso un granchio venerdì scorso spacciando per commento dell’Osservatore romano contro il governo e a difesa degli immigrati un normalissimo articolo di cronaca sul caso Libia dove si riferivano le preoccupazioni di alcune organizzazioni umanitarie (erano frasi loro, sono divenute quasi giudizi del Papa). Forse un infortunio giornalistico, temo qualcosa di più grave. Qualcosa di più simile a una manipolazione della verità per fini assai chiari