Varie, 12 maggio 2009
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Saberi Roxana
• Belleville (Stati Uniti) 26 aprile 1977. Giornalista. Madre iraniana e padre giapponese, ha la doppia cittadinanza (non riconosciuta però da Teheran). Free-lance per diversi giornali e tv, dopo essersi trasferita in Iran nel 2003 ha collaborato prima con la Bbc, nel 2006, poi con Fox News, la National Public Radio. Arrestata il 31 gennaio 2009 per aver acquistato una bottiglia di vino, a marzo fu accusata di aver svolto l’attività di giornalista senza autorizzazione. L’8 aprile, dopo le pressioni della stampa internazionale e del Governo americano per la sua liberazione, e gli appelli della famiglia alle autorità di Teheran, fu accusata di spionaggio. Costretta a rendere una confessione poi ritrattata, dopo cinque giorni di processo davanti alla Corte rivoluzionaria competente per i reati contro la sicurezza, il 18 aprile 2009 fu condannata a otto anni. Scarcerata l’11 maggio 2009 dopo il ricorso in appello (condanna ridotta a due anni con sospensione della pena perché gli Stati Uniti «non sono un Paese ostile» all’Iran) • «[...] figlia multietnica di due immigrati ”extra americani”, l’iraniano Reza Saberi e la giapponese Akiko sposati nelle praterie gelide del Nord Dakota, una ”ingenua” da telefilm o da commedia brillante in bianco e nero, paracadutata su un palcoscenico troppo grosso per lei. La sua bellezza, certificata da un titolo di Miss Dakota e da un piazzamento fra le dieci finaliste di Miss America era stata la trappola al miele dalla quale aveva sempre cercato di sfuggire, per non restare prigioniera di un aspetto fisico che il cocktail di dna asiatici diversissimi, come quelli del padre e dalla madre venuti dai capi opposti dell’Asia, aveva reso splendido. Si era buttata nel gioco del calcio [...] disputando tre campionati regolari da ala sinistra nei Cobbers, il club dell’università di Concordia, nel Minnesota. Dopo la laurea, aveva seguito la propria passione per il giornalismo, rinunciando alla lusinga dello show business, per prendere un Master in giornalismo alla Northwestern University di Chicago. E ancora un altro Master in relazioni internazionali a Cambridge, in Inghilterra. Come tanti figli di unioni multiculturali e multietniche, anche Roxana portava dentro di sé l’inquietudine, il desiderio, la necessità di capire quel mondo che aveva portato due persone nate agli estremi della storia come il padre e la madre a incontrarsi e sposarsi nel cuore della grande Prateria americana dove un tempo scorrazzavano Sioux e Cheyenne. L’Iran era il suo cruccio e la sua passione, era il richiamo della foresta. Ci si buttò scegliendo la forma più precaria di un mestiere sempre più precario come il giornalismo, quella del ”free lance”, il battitore libero che vende articoli e servizi a chi li vuole, senza contratti o garanzie, dalla Bbc alla Pbs, la tv pubblica americana, dalla tv satellitare Channel Asia alla Radio Vaticana alla Tv neozelandese, sotto gli occhi sempre più inquieti delle Guardie Rivoluzionarie, dei pretoriani dell’ortodossia religiosa e politica, dalle cui file proviene il presidente Ahmadinejad. [...]» (Vittorio Zucconi, ”la Repubblica” 12/5/2009).