Andrea Malan, ཿIl Sole-24 Ore 12/5/2009;, 12 maggio 2009
«TROPPI MARCHI DA GESTIRE IN UNA INTEGRAZIONE A TRE»
Ferdinand Dudenhoeffer, professore di Economia dell’auto all’Università di Gelsenkirchen, è uno dei maggiori esperti di auto in Germania. Fin dall’inizio si è espresso nettamente contro l’ipotesi di un matrimonio tra Opel e Fiat, e spiega al Sole 24 Ore le sue critiche:in sintesi,Dudenhoeffer non crede all’inevitabilità del consolidamento e sottolinea i rischi di una fusione a tre come quella che Sergio Marchionne sta tentando di mettere in atto; anche se la sua difesa di una Opel indipendente non è del tutto convincente.
Perché giudica così negativamente la possibile intesa?
Nessuno è mai riuscito negli ultimi decenni a creare un gruppo automobilistico di successo tramite fusioni e acquisizioni: guardi General Motors, DaimlerChrysler, Bmw con Rover. I motivi sono principalmente due: l’enorme complessità di gestione dal punto di vista industriale e il fatto che nella maggior parte delle fusioni viene trascurata la difficoltà di gestire un gran numero di marchi. Fondere due produttori di auto non è come fondere due acciaierie: queste ultime non hanno il problema del cliente finale. Nel nuovo gruppo che Marchionne vuole formare ci sarebbero nove marchi! Ciò confonderebbe i clienti ma anche le organizzazioni al loro interno. Non solo. Che ruolo ha in Fiat un marchio come Lancia, che fuori dall’Italia è praticamente sconosciuto? E se Fiat non è riuscita a gestire bene 3 o 4 marchi, perché dovrebbe avere successo nel gestirne nove? Il rischio, insomma, è che si riescano a ottenere i risparmi, ma la gente non compri più le auto.
Quindi è più facile eliminare i costi che aumentare le vendite.
Certo. E su questo secondo punto, se anche uno ci riesce ci vuole molto, molto tempo. Pensi a quanto ci è voluto a Volkswagen per rilanciare il marchio Skoda...
Sì, ma proprio Volkswagen dimostra che è possibile gestire con successo un gruppo multimarchio...
Già, ma è avvenuto facendo crescere i marchi organicamente all’interno del gruppo, non per semplice somma di marchi acquistati. Non solo. Veniamo alla situazione di Fiat. Marchionne non porta capitali. Le tre aziende che vuol mettere insieme hanno problemi finanziari. Come possono investire sul futuro? un’operazione molto rischiosa. Credo che per Fiat abbia assolutamente senso l’operazione Chrysler: lì non ci sono sovrapposizioni, ci sono grandi opportunità di sinergie. Con Opel e Saab ci sono enormi sovrapposizioni di capacità produttive e di ricerca.
Secondo lei, Opel è in condizioni di ristrutturarsi senza un partner?
Sì, partendo da cooperazioni puntuali,come quelle che Peugeot ha con Toyota, con Fiat, con Ford, e così via. Le cooperazioni permettono di risparmiare sui costi senza perdere flessibilità; è un ottimo modo per ottenere economie di scala.
Beh, in effetti è quello che diceva Marchionne fino a sei mesi fa. Ma ora, afferma, il mondo è cambiato e un produttore di massa deve arrivare almeno a5 o 6 milioni di auto per essere competitivo. d’accordo?
Non sono d’accordo. Guardi Bmw o Mercedes.Non fanno certo quei volumi. Ma prenda anche Peugeot:è poco sopra ai tre milioni, e con Chrysler la Fiat l’ha già sorpassata. Più in generale, nel mondo dell’auto non c’è consolidamento, perché la ricerca delle economie di scala non basta a giu-stificarlo. Ci sono nuovi costruttori che avranno successo e si affermeranno sulla scena mondiale - come i cinesi. Ma questo è cambiamento, non consolidamento. Chi compra un’auto vuole poter scegliere tra molti modelli diversi. Non solo: non dimentichiamo che i due terzi del valore dell’auto arrivano dai produttori di componenti. da lì che arrivano le economie di scala.
Torniamo a Opel. Come può uscire dalla crisi? Dovrà tagliare l’occupazione e chiudere impianti?
C’è un’altra possibilità: quella di una partnership con Magna e il suo socio russo. In questo caso non ci sarebbero né sovrapposizioni né cannibalizzazione tra i marchi.In più si aprirebbe il mercato russo, dove invece Fiat non ha una presenza significativa.
La posizione finanziaria di Opel non è però molto solida, almeno a giudicare dai dati del primo trimestre 2009 di Gm Europe...
Intanto, parte delle perdite vengono da Saab. Certo, il business per Opel non è facile, di questi tempi. Anche Fiat, però, ha perso soldi nel primo trimestre.
Ma Opel non rischia il fallimento? La stampa tedesca ha scritto ieri che il Governo sta preparando un piano di emergenza in caso di Chapter 11 di General Motors, e comunque Berlino dovrà mettere dei soldi.
Probabilmente. Ma Opel non dovrà necessariamente andare in amministrazione controllata solo perché lo fa la casamadre. E in ogni caso credo che entro 6-8 settimane ci sarà un accordo con Fiat o con Magna.