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 2009  maggio 11 Lunedì calendario

L’-MAIL AL SINDACO RESTA SENZA RISPOSTA

Che bello scrivere al sindaco, aprire il sito del Comune, entrare direttamente nella sua casella di posta elettronica, scrivere una ruvida mail denunciando il disservizio, l’inefficienza, la disfunzione e poi, in assoluta serenità,aspettare la risposta. E aspettare.E aspettare. Senza ricevere una replica, un segnale, controllando compulsivamente la casella e trovandola sempre desolata e vuota, quota zero nuovi messaggi. Questa, insomma, è la cronaca di una cocente delusione.Ma raccontiamo bene l’antefatto e i fatti.
L’antefatto è che Mister President, Barack Obama, tutti i pomeriggi in cui è alla Casa Bianca, congeda il think tank di esperti con cui governa recessione economica, crisi internazionali ed emergenze sanitarie, per ricevere nello Studio Ovale "the Mail-man", l’uomo delle posta elettronica, Mike Kelleher, che gli sottopone dieci lettere tra le migliaia che giungono quotidianamente. Mister President le scorre, ci pensa e, spesso di suo pugno, scrive.
Da qui l’irresistibile curiosità di vedere in quanto tempo ci avrebbero risposto i sindaci di die-ci città italiane: Milano, Roma, Napoli, Torino, Bolzano, Firenze, Bari, Salerno, Reggio Calabria, Messina. L’argomento è stato scelto in base a criteri assolutamente non mercenari ma privatistici, in totale e palese conflitto di interesse con il mio ruolo di estensore del presente articolo: denunciare lo stato di intollerabile degrado dei giardinetti milanesi dove porto a spasso il mio cane.
Il sito del Comune di cui è sindaco la signora Letizia Moratti si è mostrato subito un osso duro da digerire (non per il mio golden re-triever, sgranocchiatore instancabile): prima ho dovuto compilare un formulario online con le mie generalità (false, avevo ovviamente aperto una casella di posta elettronica non del Sole-24 Ore), poi ho atteso sulla mia nuova mail la «Conferma di registrazione» in cui mi si comunicava il mio non agile codice: 99cvjEm-bYHaS88fI. Ho provato ad accreditarmi subito ma sono stata respinta a causa della mia goffagine (avevo dimenticato le maiuscole) e ho dovuto sottopormi a un’estenuante procedura di recupero codice. Finalmente l’accesso alla casella «Scrivi al sindaco» dove ho potuto esprimere tutto lo sdegno e l’amarezza per come i cani vengano trattati da animali quando sono invece molto più umani di tanti umani che sono loro i veri animali. Sentivo di aver toccato le corde giuste per solleticare l’indignazione del sindaco. E invece, cinque giorni dopo, la burocratica risposta: del suo caso abbiamo interessato il competente settore Arredo e Verde. Che a distanza di quattro giorni mi suggeriva di contattare telefonicamente il numero verde dell’Amsa.
Non ho avuto più fortuna nelle città dove le aree attrezzate per cani sono assenti (Bari, Reggio Calabria, Messina) che hanno completamente ignorato la mia mail. Con l’eccezione di Napoli dove il giorno stesso in cui avevo scritto, mi ha risposto un dipendente del Comune, Giuseppe Contino, informandomi di aver girato la mia richiesta al Servizio tutela dirittie salute degli animali. In cinque giorni l’efficientissima dirigente, dottoressa Degni, mi ha spiegato che «l’unica area di sgambamento della città in via Pigna è attualmente chiusa ».
E non mi è andata meglio nemmeno all’estero dove, a Londra, Boris Johnson si è disinteressato al lamento di un’italiana di Shoreditch, quartiere privo di aree cani, e a Parigi, dove Bertrand Delanoë, dinanzi al caso dei giardinetti di Montparnasse vietati ai quattrozampe, mi ha inviato l’elenco di tutti i parchi cittadini dove posso passaggiare con il mio cane.
Infine, il posto d’onore a lei, gentile sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, unico tra tutti i primi cittadini italiani e stranieri ad aver preso in mano la tastiera e avermi risposto di persona sul degrado dei giardinetti di via Ortles di cui, senza conoscerli, mi dolevo e che probabilmente sono più in ordine di Versailles. Richiami pure i suoi collaboratori che aveva attivato a muoversi «con sollecitudine ». E complimenti.