Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 11 Lunedì calendario

UNA VITA A CREDITO: MUTUI E PRESTITI PER 170MILA EURO

Altri 19mila e 200 euro. Sono i debiti che gli abitanti di Latina e circondario si sono accollati. La provincia laziale è prima su 107, seguita da Lucca (18mila euro in più) e Lecco (+17.845) per la crescita in valore assoluto della somma di mutui e prestiti del 2008, passati dai 144mila euro del 2007 a oltre 163mila. Nello stesso periodo i debiti medi degli italiani crescevano di 4.290 euro. I debiti di Latina, Lucca e Lecco hanno corso a una velocità pari a quattro volte la media nazionale. Ma ci sono anche province "frugali" dove le linee di credito sono calate in modo consistente: a Piacenza di poco meno di 23mila euro, a Parma di quasi 21mila e a Pescara di poco meno di 16mila.
Lo attesta l’analisi condotta da Crif Decision Solutions, società leader in Italia ed Europa nelle soluzioni a supporto del credito retail,
sul proprio database dove sono registrate milioni di linee di credito. Cifre da leggere con attenzione. L’importo medio erogato è dato dal rapporto tra i valori complessivi finanziati e il numero di pratiche censite nell’anno. Poiché le segnalazioni di banche si susseguono senza sosta, la base dati continua a cambiare. Questi dati, rilevati il 30 aprile, non sono dunque una "fotografia" statica, ma il fotogramma di un film.
Tra le province più indebitate svetta, con oltre 216mila euro, Rimini seguita da Lucca e Prato. Abissale il distacco dall’ultima, la provincia sarda del Medio Campidano, dove nel 2008 sono stati erogati in media 108mila euro, la metà del capoluogo romagnolo. Solo meridionali le province meno indebitate: poiché il credito è erogato in base al reddito disponibile, va da sé che le banche sono più parche dove le buste paga sono più leggere (quando ci sono). Una sorpresa viene però dalla classifica delle province dove nel 2008 le linee di credito sono aumentate di più in termini percentuali rispetto al 2007. Svetta Agrigento: la somma di mutui, prestiti finalizzati e personali ha segnato +13,75% su base annua. Al secondo posto Latina (+13,3%) e terza Trapani (+11,27%). Nello stesso periodo la media nazionale segnava "solo" +2,58%. Un dato che deriva da una crescita del 2,9% dei mutui, del 3% dei prestiti personali e dal calo del 5% di quelli finalizzati all’acquisto di automobili, televisori, frigoriferi o altri beni. Questa contrazione, la prima da anni, deriva dalla crisi globale.
«Il 2008 ha visto il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori », spiega Daniela Bastianelli,
senior analyst di Crif Decision Solutions. «Anche nel settore del credito alle famiglie è risultato evidente un rallentamento degli impieghi e un calo della domanda di prestiti, legato alla contrazione del reddito reale disponibile e all’incertezza sulle prospettive. Ciò ha colpito i consumi che sono calati in modo particolarmente rilevante per i beni durevoli. Anche il rapporto tra debito delle famiglie e reddito disponibile è lievemente diminuito mantenendosi ancora su livelli decisamente più equilibrati rispetto a tutti gli altri paesi occidentali. L’analisi per forma tecnica riflette questi elementi. I consumatori tendono a privilegiare il prestito personale anche per coprire spese in precedenza più legate ai finanziamenti finalizzati. Per i prestiti personali, su cui banche e finanziarie concentrano le politiche di marketing, l’importo medio erogato è cresciuto del 3%. Nel 2007 l’importo medio era cresciuto dell’8%, risulta dunque evidente la minore inclinazione alla spesa delle famiglie».
«Quanto ai mutui-spiega l’analista - l’aumento degli importi medi erogati è stato del 2,9% a fronte del +4,1% del 2007. L’andamento dell’economia e le previsioni negative hanno spinto le famiglie a rimandare le decisioni di acquisto, potendo beneficiare solo nella seconda metà dell’anno del graduale calo dei tassi di interesse.D’altronde il mercato immobiliare, dopo un decennio di crescita, ha segnato un calo dei prezzi delle case del-2,2%a fronte dell’inflazione salita al 3,3%. Al rilancio dell’economia e alla ripresa dei consumi serviranno misure specifiche che favoriscano anche l’acceso al credito. Da questo punto di vista è fondamentale facilitare la puntuale valutazione del merito di credito dei cittadini che richiedono un prestito o un mutuo. Questo renderà più fluido l’accesso al credito e ne ridurrà i costi, senza penalizzare i cittadini più affidabili che rappresentano il 95% degli italiani».