Francesco Spini, La Stampa 9/5/2009, 9 maggio 2009
FRANCESCO SPINI
MILANO
Renato Soru dice addio a Londra: Carphone Warehouse Group si aggiudica le attività inglesi di Tiscali per 236 milioni di sterline, vale a dire 264 milioni di euro, per una valutazione complessiva della società di 286 milioni di euro. Il fornitore di servizi Internet cagliaritano coglie così l’occasione per avviare la ristrutturazione del suo debito da 500 milioni e preparare un rilancio tutto focalizzato sull’Italia. Ieri il Cda guidato dal presidente e ad Mario Rosso ha approvato le linee guida del piano che includono un aumento di capitale per un massimo di 210 milioni di euro.
A dieci giorni dal ritorno del fondatore Renato Soru in azienda come consigliere arriva dunque la tanto sospirata vendita. Piazza Affari sulle prime brinda all’uscita di Tiscali dall’incubo del dissesto e tributa al titolo anche sospensioni al rialzo. Con il passare delle ore, però, il mercato valuta deludente il prezzo spuntato agli inglesi, considerando che un anno fa le indiscrezioni parlavano di un valore di 560 milioni di euro, quasi il doppio di quanto riconosciuto ieri. Così il titolo in Borsa chiude con il record di scambi - è passato di mano più del 12% del capitale - ma in calo dell’1,74% a 0,42 euro.
Due mesi dopo lo stop alle trattative con la BSkyB di Rupert Murdoch, Tiscali tira comunque un sospiro di sollievo, chiudendo l’operazione con l’ausilio di Rothschild e Borghesi & Colombo. E pensa al rilancio attraverso i piani di ristrutturazione del debito e industriale in preparazione entro il 5 giugno. Sul primo punto, l’obiettivo è ridurre, riscadenzare e rivedere le condizioni del debito, pari a circa 500 milioni e in mano per il 70% a due banche, Intesa Sanpaolo e Jp Morgan, che già hanno concesso una sospensione dei pagamenti. Allo scopo soccorreranno i proventi della cessione inglese e, per rafforzare il patrimonio, verrà varato un aumento di capitale in opzione e interamente garantito per massimi 210 milioni di euro. Capofila del consorzio dovrebbero essere le due banche maggiormente coinvolte (Intesa attraverso Banca Imi e Jp Morgan), mentre è certo che Renato Soru farà la sua parte attraverso «impegni di voto in relazione alle delibere di aumento» e «impegni di sottoscrizione, in via diretta o indiretta» di parte della ricapitalizzazione.
Ci sarà anche Vnil, un socio di minoranza e creditore di Tiscali Uk: in occasione del disimpegno inglese, Cagliari ricomprerà la sua quota e parte del debito sarà stralciato per andare a servizio dell’aumento. Alla fine Tiscali dovrebbe essere fuori dalle secche, con un «rapporto tra Mol e debito sostenibile, coerente con la cassa generata», dice Rosso. Il quale si dice fiducioso che Ernst & Young, la società di revisione che sospese il giudizio sul bilancio 2008 a causa dei dubbi in merito alla continuità aziendale, «migliori la valutazione in occasione della semestrale».