Paolo Manzo, La Stampa 9/5/2009, 9 maggio 2009
A Caracas c’è chi giura che sarà il matrimonio più rivoluzionario del secolo. Da un lato María Gabriela, di professione giornalista, ma, soprattutto, figlia prediletta del presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías
A Caracas c’è chi giura che sarà il matrimonio più rivoluzionario del secolo. Da un lato María Gabriela, di professione giornalista, ma, soprattutto, figlia prediletta del presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías. Dall’altro Pablo Sepúlveda Allende, brillante medico cileno e nipote di quel Salvador Allende, icona della sinistra mondiale, morto nel Palacio de la Moneda nelle prime ore del golpe che, l’11 settembre del 1973, rovesciò la democrazia e portò al potere il dittatore Augusto Pinochet. Per ora la data di quello che già è stato ribattezzato appunto «el matrimonio revolucionario» non è stata comunicata ma che sia prossima lo garantiscono le riviste rosa di Caracas e persino gli scommettitori clandestini, che quotano 3 a 1 l’unione tra la secondogenita di Chávez e il nipote di Allende entro il 2010. Quel che è certo è l’annuncio ufficiale del fidanzamento tra María Gabriela e Pablo, domenica scorsa in diretta tv ad ”Aló presidente”, il programma domenicale che il leader venezuelano usa solitamente per parlare di politica ma che, questa volta, si è trasformato in una sorte di ”Fiori d’Arancio”. «Signori vi presento Pablo, compagno di mia figlia e nipote del presidente martire Salvador Allende», queste le parole usate dal presidente Chávez mentre le telecamere zoomavano su un ragazzo giovane, magro, naso pronunciato e un pizzetto appena abbozzato ad incorniciare il viso ossuto. Tutto il contrario di María Gabriela che dal padre ha ereditato il viso rotondo, la corporatura robusta, la simpatia e il sorriso. Il futuro sposo ha 32 anni e vanta un curriculum ad hoc per trasformarsi nel genero perfetto per Hugo. Nato in Messico dove tutta la famiglia Allende aveva ottenuto l’asilo per sfuggire alla sanguinosa dittatura di Pinochet, Pablo è figlio dalla secondogenita di Salvador. Diventato medico - proprio come il nonno - ad un certo punto della sua carriera se n’è andato a Cuba, per specializzarsi all’università dell’Avana. Qui è diventato amico dei fratelli Castro, distinguendosi come il più rivoluzionario della famiglia Allende. Per poi tornare in Cile, nel centro medico di Coquimbo, inaugurato da nonno Salvador oltre 40 anni fa, sino al colpo di fulmine con la figlia di Chávez l’11 novembre 2008 in un’occasione ufficiale, organizzata - giurano i giornali - da ”suocero” Hugo. María Gabriela, 29 anni, la futura sposa, è la figlia prediletta del presidente venezuelano, nata dal suo primo matrimonio. Nonostante la timidezza che la contraddistingue è stata lei la prima a smentire le dimissioni del padre quando ci fu il tentato golpe per rovesciarlo, nell’aprile 2002. Proprio María Gabriela, infatti, anche se con grande discrezione, si è ritrovata a svolgere le insolite funzioni di first lady del padre, dopo il divorzio di Chávez dalla sua seconda moglie. Ruolo che ha mantenuto sino a quando non è scoppiato il colpo di fulmine con Pablo. Le cronache raccontano che, in una cerimonia ufficiale, Maria Gabriela fosse a fianco del padre a distribuire borse di studio targate ”Salvador Allende” agli allievi più meritevoli. Pablo, invece, la cerimonia la presiedeva. Da allora è stato un crescendo amoroso rossiniano, culminato nella decisione di Pablo di lasciare il Cile qualche settimana fa. Il futuro sposo adesso vive a La Casona, la residenza del presidente, dove potrà passare più tempo con l’amata María Gabriela. Convivenza garantita ma soprattutto prove generali di matrimonio. Non mancano però le polemiche. L’annuncio del vulcanico ”padre-suocero” è «l’ennesima operazione di marketing», assicurano gli oppositori di Hugo. Dal Cile c’è chi si dice infastidito. «Di questa vicenda non parlo né lo farà mia sorella Carmen Paz, la madre di Pablo. una questione assolutamente privata», fa sapere la deputata Isabel Allende, figlia di Salvador e cugina dell’omonima scrittrice. Al cuore non si comanda, replicano i difensori dei due innamorati. Stampa Articolo