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 2009  maggio 09 Sabato calendario

Un mondo senza sesso è possibile. Per sapere come si fa, basta prendere esempio da alcuni animali, in partico­lare gli insetti

Un mondo senza sesso è possibile. Per sapere come si fa, basta prendere esempio da alcuni animali, in partico­lare gli insetti. Ed Vargo della North Carolina Stare Universi­ty e altri entomologi di tre università giapponesi hanno studiato la vita di trenta colo­nie di termiti Reticulitermes speratus nel Paese del Sol Le­vante, recuperando per ognu­na di esse i membri della fa­miglia reale. «Le colonie di questi inset­ti – dice Vargo – sono gene­ralmente fondate da una re e da una regina ”primari”. Ab­biamo però verificato che in diversi gruppi erano presenti il re ”primario” e diverse regi­ne ”secondarie”, ma mancava invece quella primaria». Le analisi genetiche realizzate dal team di entomologi han­no dimostrato che maschi e femmine di termiti operaie e soldato hanno nel loro Dna i geni del re e della regina. Le regine secondarie possiedo­no invece un patrimonio ge­netico identico alla loro ma­dre, la regina primaria, ma nessun gene in comune con il re. Segno questo che in un determinato momento della sua vita la regina si clona, per produrre la propria discen­denza. «L’uso condizionale del ses­so – sottolinea ancora Vargo ”, è un fenomeno insolito negli insetti ed era sinora sco­nosciuto nelle termiti. Il ricor­so a due alternative riprodut­tive, quella sessuale o quella per partenogenesi, è un mo­do per la regina di massimiz­zare i risultati della riprodu­zione. In questo modo la colo­nia può crescere più veloce­mente e raggiungere cospi­cue dimensioni, mantenendo parallelamente però la diver­sità genetica, ed evitando co­sì i rischi della consanguinei­tà ». Mycocepurus smithii, una formica dell’Amazzonia che si diletta a coltivare funghi, invece ha eliminato completa­mente il sesso dalla sua vita. In pratica la colonia di queste formiche è formata unica­mente da cloni della regina, complice anche la degenera­zione di una parte dell’appara­to riproduttivo femminile che rende impossibile l’accop­piamento. «In questo modo – spiega su Proceedings of the Royal Society B. Anna Hi­mler – biologa dell’ Universi­tà dell’Arizona che ha scoper­to i misteri riproduttivi di questo animale, non vengo­no sprecate energie per pro­durre i maschi e si raddoppia il numero di femmine ferti­li ». La colonia è però sogget­ta maggiormente ai rischi di patologie, a causa della omo­geneità genetica. Per alcuni biologi questa singolare mo­dalità riproduttiva può con­sentire alla regina, negli inset­ti sociali come le formiche, di controllare le caste e i sessi degli esemplari che fanno par­te della colonia. Anche i vertebrati dimo­strano, in alcuni casi, che il sesso è un optional. Due fem­mine di varano di Komodo, mantenute in cattività allo zoo di Chester e allo zoo di Londra, si sono riprodotte nel 2006 per partenogenesi, tornando poi a una normale vita sessuale. Uno squalo mar­tello ha figliato senza accop­piamento nell’acquario «Hen­ry Doorly» nel Nebraska (Sta­ti Uniti) nel 2007. In questo caso, per alcuni scienziati, la partenogenesi sarebbe una soluzione di ripiego, in assen­za dei partner con cui ripro­dursi. Viene così assicurata la sopravvivenza della specie, ma la controparte è la perdita della diversità genetica. C’è chi comunque, pur clo­nandosi, non vuole perdere le gioie del sesso. Le femmi­ne di Poecilia formosa, unpic­colo pesce tropicale, corteg­giano i maschi di altre specie per accoppiarsi, ma gli sper­matozoi così ottenuti sono utili solo per stimolare la de­posizione delle proprie uova . Le popolazioni delle lucertole Cnemidophorus sono costitui­te interamente da femmine, che amoreggiano tra di loro. Anche in questo caso si tratta di un modo per favorire l’ovo­deposizione. Roberto Furlani