Giulia Crivelli, ཿIl Sole-24 Ore 8/5/2009;, 8 maggio 2009
FATTURATO ARMANI A 1,6 MILIARDI
Un esempio di resilienza: così gli analisti americani hanno definito il bilancio 2008 del gruppo Armani pubblicato ieri.
In un quadro economico difficile e davanti a un futuro sul quale in pochi azzardano previsioni, il gruppo fondato e guidato da Giorgio Armani, Ceo e presidente dell’azienda, continua a crescere, anche se a ritmi inferiori agli scorsi anni. E continua a investire, «in un’ottica di lungo periodo », come ha sottolineato lo stilista commentando il bilancio.
Il fatturato consolidato del 2008 è stato di 1.620,3 milioni di euro, in crescita rispetto ai 1.596,6 milioni del 2007 dell’1,5% a cambi correnti e del 2,4% a cambi costanti. Il gruppo Armani è uno dei pochi in Italia, nel campo della moda, a superare il miliardo di fatturato (gli altri sono Prada, Max Mara, Diesel, Dolce&Gabbana, il gruppo Miroglio e il gruppo Burani). Se si considera il fatturato indotto, calcolato a valore wholesale, includendo i prodotti in licenza, si arriva addirittura a 2,516 miliardi, in crescita del 6,6% a cambi correnti e del 9,5% a cambi costanti rispetto al 2007. Il margine operativo lordo del gruppo (ebitda) è stato di 303,2 milioni, pari al 18,7% del fatturato consolidato. Rispetto ai 355 milioni del 2007, l’ebitda è calato del 14,6%, ma lo scorso esercizio era stato eccezionalmente positivo. I ricavi erano cresciuti dell’8% sul 2006 e il margine lordo era salito del 18% e addirittura del 22% se calcolato a cambi costanti.
Nonostante gli altissimi investimenti di capitale fatti nel 2008 (oltre 170 milioni di euro, quasi il doppio rispetto ai 95 del 2007), la liquidità del gruppo – che ha 13 stabilimenti produttivi e 5mila dipendenti diretti – è in linea con il 2007, a 370 milioni di euro. Molti investimenti si sono concentrati nell’espansione della rete retail: nello scorso anno sono stati aperti 51 negozi, portando a 540 il numero di flagship store Armani nel mondo.
Ma non sono mancati gli investimenti finanziari, come l’acquisizione di un ulteriore 25% della società in joint venture Presidio Holdings, per il marchio A/X Armani Exchange, che ha portato dal 25 al 50% la quota del gruppo Armani. L’espansione retail non si è certo fermata con la chiusura dell’esercizio 2008: il 18 febbraio scorso, a New York, è stato inaugurato un negozio di 4mila metri quadrati sulla Fifth Avenue, a due passi da Central Park, in cui trova posto l’intero mondo Armani, dagli abiti da sera ai jeans alla linea per la casa.
Tornando al fatturato, la crescita ha caratterizzato tutti i marchi, con in testa Armani Junior (+36%), A/X Armani Exchange (+15%), Emporio Armani (+13%) e Armani Jeans (+7%). Il marchio Giorgio Armani è rimasto invariato a tassi di cambio correnti, crescendo però del 4% a cambi costanti.
Quanto alle aree geografiche, al primo posto c’è la Greater China (Cina continentale, Hong Kong e Macao), con un +30%, seguita dall’Europa (esclusa l’Italia), che è cresciuta dell’8%. Nel Nord America – e questo è un dato in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri marchi della moda – il fatturato indotto non ha mostrato variazioni a tassi di cambio correnti (aumentando tuttavia del 5% a tassi di cambio co-stanti), mentre si confermano le difficoltà del mercato giapponese (-4%). Tra le tipologie di prodotto, la performance migliore è stata quella dell’abbigliamento (+8%), mentre orologi e gioielli non hanno mostrato variazioni a tassi di cambio correnti (crescendo però del 5% a tassi di cambio costanti); fragranze, cosmetici e prodotti skincare non hanno mostrato alcuna variazione né a tassi di cambio correnti né a tassi di cambio costanti.