La stampa 8/5/2009, 8 maggio 2009
4 domande a Nicola Cabibo, fisico- Nicola Cabibbo, lei è il più celebre fisico italiano: che cosa pensa di un Dio tra i quanti e i mondi multipli? «I molti mondi sono una possibilità, ma sarà difficile da accertare
4 domande a Nicola Cabibo, fisico- Nicola Cabibbo, lei è il più celebre fisico italiano: che cosa pensa di un Dio tra i quanti e i mondi multipli? «I molti mondi sono una possibilità, ma sarà difficile da accertare. L’ha spiegato l’astronomo Martin Rees: potremmo non sperimentare questi altri universi, sostiene. Però, se alla fine la teoria trovasse un supporto, potremmo cominciare a credere nella loro esistenza». La fisica svela logiche controintuitive, come il paradosso di Schrödinger, capaci di suscitare tentazioni mistiche. «E’ un paradosso che parte dalla premessa che il gatto sia totalmente isolato dal mondo esterno. Ma è una condizione quasi impossibile. E’ quindi un test ideale. Dimostra come a livello microscopico la meccanica quantistica causi conseguenze che in gran parte si possono verificare, ma, via via che si va verso oggetti più grandi, come il gatto, si ha il fenomeno della ”decoerenza quantistica”: l’interazione con l’ambiente fa perdere la coerenza del comportamento di onda. Si manifestano dei limiti ed è il motivo per cui emerge il comportamento classico». Non è un caso che al Cern si parli della «particella di Dio»? «Era una battuta. Ma non è il bosone l’ultima particella». Collins l’ha sorpresa? «Lui non trova difficoltà a combinare scienza e fede. Credo sia giusto che lo faccia».