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 2009  maggio 04 Lunedì calendario

IN TRE ANNI RADDOPPIATI I ROMENI IN ITALIA


Se l’Italia ha appena superato la soglia di 60 milioni di residenti, come trionfalmente annunciato dall’Istat, il merito – in realtà – è della Romania. I dati parlano chiaro: è solo grazie all’immigrazione che il nostro saldo demografico è attivo. E, per dirla tutta, a un’immigrazione che ha provenienze e colori sempre più definiti. Nel 2008 le tre maggiori comunità straniere in Italia (la rumena, l’albanese e la marocchina) infatti, hanno contribuito da sole per quasi un milione e mezzo di presenze: il 40,5% di tutti gli stranieri residenti. La percentuale è la stessa toccata nel 2005. La grande novità, tuttavia, è l’exploit della comunità di Bucarest: all’inizio del 2008 infatti, i romeni hanno raggiunto quota 625mila; il loro numero in tre anni è più che raddoppiato e rappresenta il 18,2% degli immigrati in Italia. Gli albanesi, seconda comunità, superano i 400mila (11,7%) e i marocchini sono 366mila (10,6%). Decisamente staccato il cosiddetto "club dei 100mila", formato dai gruppi nazionali che hanno raggiunto le sei cifre: Cina (156mila), Ucraina (132mila) e Filippine (105mila).
Inizia, con questa pagina, un ciclo di inchieste che Il Sole 24 Ore dedica alle più grandi comunità di stranieri in Italia. Ciascuna con le sue caratteristiche economiche e sociali uniche, inserita in flussi regionali che seguono percorsi e motivi diversi (da Sud America, Europa del l’Est, Asia, Africa settentrionale). Grandi comunità che sembrano comunque rispondere positivamente alla sfida dell’integrazione: come confermano gli indicatori di "scuola" e "impresa". Parlando dei più numerosi, il 16,1% degli alunni stranieri in Italia sono romeni, percentuale in linea con la presenza dei connazionali adulti; segno di famiglie che mettono radici nel territorio. E, nel nostro Paese, sono romene oltre 23mila aziende (numero decuplicato dal 2003), ben il 14,3% di quelle con titolare straniero.
Il viaggio tra le comunità straniere è anche la scoperta di un’Italia inedita: un mosaico variegato dove ogni provincia accoglie immigrati di origine diversa e in percentuali diverse. A seconda dei bisogni e delle risorse economiche espressi dal territorio. Insieme, Milano, Brescia e Torino superano per presenze di stranieri tutte le altre città del centro e del sud (esclusa la capitale).
Milano è leader nazionale dell’accoglienza, con 317.536 immigrati. Si tratta soprattutto di egiziani (34.789), filippini (33.542) e romeni (32.643), ma le nazionalità più rappresentative degli stranieri nella città ambrosiana stanno cambiando «tanto è vero – afferma Maurizio Bove del dipartimento politiche d’immigrazione Cisl – che le ultime anticipazioni della Fondazione Ismu indicano i romeni come la prima comunità di Milano, a cui seguono egiziani e filippini».
La capitale segue Milano per numero di stranieri: al momento sono quasi 280mila. E Roma rappresenta da sola il 25% del totale nazionale delle rimesse degli stranieri verso i Paesi d’origine, quantificabile in un miliardo e 500 milioni di euro. I romeni costituiscono un terzo delle presenze immigrate (92.258), staccando di gran lunga la comunità filippina (25.888) e la storica comunità polacca, radicata a Roma dai tempi di Giovanni Paolo II (18.151). Tra le grandi città italiane, Torino si impone come terza realtà per numero di stranieri (129.533). Anche nel capoluogo piemontese, come a Roma, la prima comunità è quella romena (73.577), quindi quella marocchina (23.895) e albanese (9.713). Dopo Torino, seguono ancora città del centro-nord: Brescia (120.845), centro industriale che vive di immigrazione; Firenze (75.621), colorata d’Asia con la forte presenza cinese; Verona (72.459), che vanta un nutrito gruppo di immigrati dello Sri Lanka. Napoli il centro più rappresentativo nel sud Italia (47.577). Nel capoluogo partenopeo le comunità più rilevanti cambiano nettamente rispetto a quanto visto al nord, infatti domina la presenza degli ucraini (13.408) a cui seguono i cinesi (4.522) e i polacchi (4.469).
Dopo Napoli, nella classifica nazionale seguono Ancona (29.409 stranieri) e Bari (23.041): per entrambi questi grandi porti dell’Adriatico non sorprende l’ormai storico primato di presenze albanesi. Infine, chiude la graduatoria Palermo (18.630) dove le prime comunità di stranieri provengono dallo Sri-Lanka, dal Bangladesh e dalla Romania.