Lucia Annunziata, La stampa 6/5/2009, 6 maggio 2009
Candidati alla sbronza politica- Fatico a comprendere coloro che si scandalizzano sui criteri adottati per selezionare i candidati al Parlamento europeo (o nazionale)
Candidati alla sbronza politica- Fatico a comprendere coloro che si scandalizzano sui criteri adottati per selezionare i candidati al Parlamento europeo (o nazionale). Sono criteri adeguati al ruolo che essi dovranno rivestire. Il parlamentare oggi gode di grande visibilità (e lotta per incrementarla), dispone di una rendita economica rilevante e sicura, se ha già una professione, viene valorizzata dall’incarico parlamentare, se non ce l’ha... l’ha trovata. Sono dati oggettivi. Poi ciascun parlamentare professerà uno spirito di servizio senza limiti verso il Paese. Forse per qualcuno può essere vero. tuttavia innegabile che finora nessuno sforzo serio è stato fatto dai parlamentari per ridimensionare gli aspetti di «comodità» del proprio ruolo. Il masochismo non è di casa nelle aule del Parlamento. Mi chiedo come si possa restituire al ruolo di parlamentare una dignità fatta anche di sobrietà: mettersi al servizio del Paese richiede competenza, disponibilità ma contemporaneamente sobrietà: non mi sembra blasfemo pensare che uno stipendio mensile attorno ai 5.000 euro, accompagnato da una drastica riduzione dei benefits, possa remunerare adeguatamente l’impegno di un parlamentare. Non si arricchirà. Ma forse risulterebbe tout court più credibile ai suoi elettori. (Né mi si dica, come mi avevano raccontato da bambino, che questa situazione di privilegio è stata creata per evitare al parlamentare la tentazione di pensare all’arricchimento personale invece che al servizio del Paese). Le candidature risulterebbero immediatamente decimate e depurate dagli arrivisti in cerca di successo. Già. Ma chi dei parlamentari oggi in servizio favorirebbe una riforma del genere? Impossibile un referendum. Esiste uno strumento per avviare concretamente la piccola rivoluzione? PIERGIORGIO DELL’ORO Divertente questa idea della decurtazione dello stipendio, ma inutile. La politica, come sappiamo tutti noi che per lavoro la osserviamo da vicino, è una sorta di malattia-passione, che sparge un afrodisiaco più forte persino di quello dei soldi: la distinzione, il senso di sé, il riconoscimento di chi ufficialmente è investito del ruolo di rappresentare tutti gli altri. Questo è il vero potere della sua seduzione: rappresentare il Potere. Non so raccontarle dove ha origine, ma posso dirle come si espande. nel cerimoniale, nelle regole del gioco, nei libri, nelle modanature di cui abbondano Senato e Camera e nei velluti che ammorbidiscono i Palazzi istituzionali: certo è che a ogni inizio legislatura si vede quel momento di euforia che passa e trasforma come l’ala dell’Angelo il fino-a-ieri-comune-cittadino in rappresentante-del-popolo. Ma non si preoccupi: di solito, anche senza taglio di stipendio, una legislatura basta ai più per svegliarsi dalla sbronza. La verità infatti è che la maggioranza degli eletti del popolo combatte tutti i giorni con il forte senso della propria inutilità.