Claudio Pasqualetto, ཿIl Sole-24 Ore 7/5/2009;, 7 maggio 2009
FLORIAN, IL CAFF DEI POETI PORTA LA TRADIZIONE A DUBAI
Da ieri c’è un caffè Florian anche a Dubai. Non c’è di che stupirsi visto che il più antico caffè italiano, che ha aperto le porte a Venezia, in piazza San Marco, nel 1720, la globalizzazione ce l’ha nel Dna, essendo diventato da subito il luogo di incontro e di confronto di una città quanto mai interessata al mondo intero.Non c’è da stupirsi nemmeno della singolare commistione tra gli stucchi, i velluti, i mosaici, le dorature e gli specchi tipici del caffè veneziano ed il modernissimo vetro e metallo del Dubai International Financial Center nel quale è ospitato. Il caffè è unico e non modificabile : è questa la forza del suo brand che è diventato sinomimo di un servizio di lusso oltre che ovviamente esclusivo. Forse ben pochi dei clienti di Dubai ricorderanno che la casa madre veneziana è stata frequentata da Lord Byron piuttosto che da Goethe, che ha visto nascere l’idea della Biennale, che ha dato un contributo importante all’arte della seduzione di Giacomo Casanova. A Venezia tutto questo si continua a respirare nelle salette che in ogni stagione dell’anno rappresentano un rifugio del tutto particolare nel cuore di un centro storico sempre più turisticizzato.
Ma nei 460 metri quadrati del nuovo locale negli Emirati, fra un ristorante italiano, un caffèlounge ed un retail shop c’è comunque tutta l’esperienza maturata da una storia di successo plurisecolare made in Italy.
Dubai, dove il richiamo veneziano si legge già dall’esterno per merito di un preziosissimo lampadario in vetro soffiato color ametista, realizzato naturalmente a Murano e che è alto oltre tre metri e mezzo, è in realtà la seconda tappa all’estero del Florian che dal 2006 è presente anche ad Abu Dhabi con un caffè. Poi c’è il locale inaugurato sempre nel 2006 a Firenze, nel cuore del centro storico, ed a luglio ci sarà un nuovo Florian ad occupare 160 metri quadrati al terzo piano di Harrods, a Londra.
A quasi tresecoli dall’aperturadella della bottega da caffè veneziana c’è quindi un nuovo percorso imprenditoriale per il Florian, costruito con estrema cura ed attenzione, e sicuramente accelerato dopo che, poco più di mese fa, la famiglia Vedaldi ha passato la mano alla Florian holding controllata da Andrea Formilli Fendi, che ne è il presidente. Già Daniela Vedaldi, assieme a Marco Paolini che della nuova società è amministratore delegato, aveva aperto il Florian a nuove frontiere nell’ultimo decennio: da un lato un merchandising molto esclusivo con le linee Lifestyle e Gourmet che spaziano dal caffè ai vini, dai profumi alle porcellane; dall’altro, con la linea design, una serie di iniziative legate all’arte contemporanea con mostre ed installazioni nel caffè ed oggetti realizzati in esclusiva da Gaetano Pesce piuttosto che da Massimo Nordio.
Ora i progetti prevedono dopo Harrods ulteriori aperture a breve, sempre con la formula della partnership. Il brand viene però concesso unicamente dietro accettazione di una serie molto rigida di regole che lo tutelano, regole che spaziano dall’arredamento, secondo una formula studiata da Gloria De Ruggiero, all’uso dei prodotti Florian fino ai dettagli sul servizio che deve prevedere esclusivamente tazze in porcellana e vassoi d’argento.