Leonardo Martinelli, ཿIl Sole-24 Ore 7/5/2009;, 7 maggio 2009
A PARIGI IL CERIMONIERE PER I T PI RAFFINATI
Ho iniziato a degustare tè a tre anni. La mattina, a colazione. Me lo imponeva mio padre, Raymond: era una tradizione familiare».
A parlare è Olivier Scala (pronunciare, per favore, con l’accento sulla a), quinta generazione di una famiglia di importatori di tè: sconosciuti ai più, famosissimi invece nel ristretto, fascinoso e aristocratico mondo parigino di questa bevanda. Con il padre Olivier arrivava fino a un centinaio di degustazioni durante la stessa mattina. Una corvée imposta poi da Olivier al figlio Augustin, 25 anni, sesta generazione. Già al suo fianco.
Ma non ne era Londra la capitale riconosciuta del tè, almeno nell’immaginario collettivo? «In Francia, rispetto al Regno Unito, i consumi restano ridotti. Ma qui a Parigi si concentrano molti conoscitori del tè. A Londra gustano sempre gli stessi: forti, concentrati, poco raffinati. L’offerta di Parigi, che si è sviluppata assai negli ultimi anni, non ha equivalenti in Europa, soprattutto per la diversità ». «E poi i parigini sono più esigenti dei londinesi – Katrin Rougeventre, amica e collaboratrice di Olivier ”. Ci aiuta il gusto del vino: i grandi tè sono come magnifici cru». Per Oliveri il gusto francese del tè è «dolce, leggero, nuancé ».
Bisognerebbe sentire anche l’altra campana, al di là della Manica. Ma già facendo un giro su internet è possibile scoprire appassionati britannici scambiarsi gli indirizzi a Parigi dove comprare «quel certo» tè, che manca alla propria collezione. Incredibile.
Olivier Scala è George Cannon, la sua azienda di famiglia: un marchio, appunto, conosciuto dagli esperti, venduto in tutto il mondo (pure in Italia) da negozi perlopiù specializzati. La George Cannon venne fondata dall’omonimo gentleman britannico (all’origine, quindi, gli inglesi ci sono) a Parigi, dove aveva trovato moglie, nel 1898. Fu ricomprata nel 1970 da André Scala, nonno di Olivier, che nel frattempo aveva venduto due grosse aziende del settore (Les Thés de l’Eléphant e La Compagnie Coloniale, più rivolte al prodotto industriale). Da pochi giorni (e per la prima volta) Olivier ha deciso di aprire una sala da tè, un punto di vendita diretto, al 12 di rue de Notre Dame des Champs, a Parigi, zona Montparnasse, dove è possibile comprare oltre 250 delle varietà (fra 700 e 800) stipate nei magazzini dell’azienda, appena fuori città. La George Cannon commercializza 250 tonnellate di tè all’anno, il 40% fuori dai confini francesi. Nel nuovo locale (dove si può perfino assistere a una cerimonia del tè in puro stile giapponese), avendo fortuna, si incontra Olivier in persona. Molta fortuna: lui è spesso in viaggio. «Dagli inizi di aprile alla fine di giugno – ricorda – sono in giro per l’Asia, principalmente in Cina, India e Giappone. In autunno ci torno, per il secondo raccolto». E per comprare assicura che «bisogna sempre assaggiare». Nella sala da tè è più probabile imbattersi in Katrin Rougeventre, sinologa, la prima ad aver tradotto in Francia gli arcani manuali cinesi sulla coltura del tè. Una miniera di informazioni, per esperti e ignari. Con lei, ad esempio, si scopre che «il tè fu introdotto in Giappone attraverso la Cina. E i giapponesi hanno mantenuto ancora oggi gli antichi sistemi di preparazione del tè che i cinesi hanno nel frattempo abbandonato». Ma per sentirselo raccontare, bisogna venire a Parigi.