varie, 7 maggio 2009
FIERA DEL LIBRO E E-BOOK PER VOCE ARANCIO
Dal 14 al 18 maggio torna la Fiera internazionale del libro di Torino. la ventiduesima edizione. Slogan: «Io, gli altri», dove la ”o” di ”io” è un uovo col guscio incrinato.
Quattro padiglioni, 51.000 metri quadri di superficie, 27 sale convegni, la Fiera nasce con il nome di Salone nel 1988 da un’idea di due torinesi: il libraio Angelo Pezzana e l’imprenditore Guido Accornero. La sede è il Lingotto, lo stabilimento Fiat creato tra il 1915 e il 1922 e trasformato in centro espositivo da Renzo Piano nel 1985. Nella prima edizione ci sono stati 100.000 visitatori e 533 espositori. Nell’edizione dell’anno scorso 1.400 espositori, 300.000 visitatori (il Salon du Livre di Parigi a marzo ne ha avuti circa 198 mila, la Buchmesse di Francoforte in ottobre 286 mila).
Sul volume d’affari legato alla Fiera del Libro di Torino i dati più recenti disponibili riguardano l’edizione del 2007. Il budget della manifestazione era di 5 milioni e mezzo di euro, portò un indotto stimato di 35 milioni di euro. Gli editori dichiararono un fatturato di libri venduti pari a 5 milioni. Rispetto all’anno precedente la Newton Compton dichiarò d’aver venduto il 20% in più, Sellerio +15%.
L’edizione di quest’anno fa i conti con la crisi: il contributo della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino, ridotto rispetto all’anno scorso, è di un milione e mezzo di euro. Però ci sono gli sponsor. Per risparmiare si è evitato di costruire la torre di libri, simbolo della manifestazione, ideata da François Confino: il montaggio costava 50 mila euro. Il presidente della Fondazione per il libro, Rolando Picchioni, ha inoltre tagliato le spese per 200 mila euro.
Dal 2001 la Fiera ospita ogni anno un diverso Paese, presente con stand, autori, editori, mostre, spettacoli, artisti e approfondimenti. Quest’anno tocca all’Egitto (in coincidenza con due eventi: la mostra archeologica dei Tesori sommersi alla Reggia della Venaria Reale e la mostra a Palazzo Bricherasio dedicata al faraone Akhenaton). Qualcuno promette il boicottaggio contro l’Egitto, accusato di non essere democratico. Portavoce dei malumori, il filosofo Gianni Vattimo (che l’anno scorso appoggiò anche il boicottaggio contro Israele, ospite della manifestazione).
Tra gli scrittori che saranno presenti: Orhan Pamuk, Salman Rushdie, David Grossman, Yu Hua.
Il discorso d’apertura sarà una conversazione tra Umberto Eco e Jean-Claude Carrière. Titolo: Non sperate di liberarvi dei libri. Eco e Carrière parleranno soprattutto del futuro dei libri nell’era digitale, cioè anche dell’e-book.
Un e-book è un libro in formato digitale. Bisogna avere un lettore portatile, grande e pesante come un libro vero, dotato di schermo su cui scorre il testo che si vuole leggere, scaricato da Internet. La storia dell’e-book inizia nel 1971: Michael Hart, studente dell’università dell’Illinois, pensò di inserire in uno dei potenti computer dell’ateneo alcuni testi, con l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti il patrimonio librario mondiale. Cominciò digitando lui stesso la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti: nacque così il Progetto Gutenberg. Presto si unirono a lui altri volontari (i libri si possono consultare al sito gutenberg.net).
Il primo a credere nell’e-book fu Stephen King. Il 14 marzo 2000 pubblicò online il racconto breve Riding the Bullett, disponibile per dispositivi e-book su Amazon, NetLibrary e SimonSays. Il prezzo: 2 dollari e 50 centesimi. Nelle prime quarantotto ore fu scaricato da 500 mila persone, che intasarono i server dei vendiori. Nello stesso anno King iniziò a pubblicare come e-book i capitoli di un nuovo romanzo, The Plant: una puntata al mese, un dollaro l’una le prime tre, due dollari per le successive fino alla fine, nell’ottava puntata. Lo slogan dell’operazione: «If you pay, the story rolls. If you don’t, the story folds» (se paghi la storia continuerà altrimenti si interromperà). La pubblicazione s’è fermata alla sesta puntata per il calo dei lettori: la prima puntata era stata scaricata da 120 mila lettori, la quinta da 40 mila. Inoltre, non tutti avevano pagato la cifra stabilita perché i file erano scaricabili con la formula shareware, basata sul principio della ”prova prima dell’acquisto”: si scarica subito e ci si impegna a pagare se il prodotto piace.
I lettori di e-book più venduti: Kindle di Amazon (399 euro, è stato da pochi giorni presentata una nuova versione che costa 489 dollari), Sony Reader (da 260 a 400 dollari), iLiad di iRex Technologies (599 euro), Cybook della francese Bookeen (380 euro).
Amazon, quando lanciò Kindle nel novembre del 2007, fu sommersa da richieste e per Natale aveva già esaurito le scorte. Nel 2008 ne ha venduti circa mezzo milione di esemplari. Secondo Mark Mahaney, analista di Citigroup, il fatturato del solo Kindle potrebbe salire entro il 2010 a 1,2 miliardi di dollari. Jeff Bezos, 45 anni, fondatore di Amazon, si appresta a rivoluzionare anche il mercato dei quotidiani: ha presentato il nuovo Kindle Dx, con lo schermo più grande, su cui si potranno leggere anche i giornali. In estate New York Times, Washington Post e Boston Globe inizieranno a pubblicare i loro giornali nel formato scaricabile su Kindle.
Per gli esperti il 2009 sarà l’anno dell’e-book in Italia. Bruno Editore, specializzato in e-book per la formazione, ha chiuso il 2008 con un +66% di vendite rispetto al 2007 (+97% se si confronta il solo mese di dicembre), e un totale di visitatori del portale web pari a 8 milioni e 300 mila. Ma tutti gli editori nel settore toccano un giro d’affari di quasi 120 milioni di euro, con picchi di crescita dal 30% all’80%. Dal 2002 ad oggi il mercato degli e-book è esploso, aumentando di più di 5 volte il suo valore, con una crescita del 193% negli ultimi due anni.
Gli e-book gratuiti si possono scaricare, oltre che dal sito del Progetto Gutenberg, anche dall’italiano Progetto Manuzio e dal catalogo Google Ricerca Libri, che contiene più di dieci milioni di testi.
Una circolare del ministero dell’Istruzione ha dato il via all’uso dell’e-book nelle scuole. La nuova legge prevede che i testi possano essere scaricati direttamente dal computer di casa o di scuola, pagando solo i diritti d’autore ma eludendo i costi di carta, stampa, trasporto e diffusione: il tutto per un risparmio del 90% stimabile 250 euro a studente. Anche gli aggiornamenti dei testi, inoltre, potranno scaricati, senza obbligare le famiglie a cambiare libri ogni anno.
Il 29 novembre 2008 all’università di Urbino si è discussa la prima tesi di laurea in formato e-book, su iLiad, per la laurea specialistica in Editoria, Media e Giornalismo. Titolo: Come cambia la lettura nell’era di Internet. Dai Gruppi di lettura al futuro.
Gli editori tradizionali si dividono. Paolo Repetti, responsabile della collana Stile Libero dell’Einaudi: «Credo che il libro ha un suo futuro proprio in quanto oggetto tecnologicamente potentissimo». Daniele Di Gennaro, della casa editrice minimum fax: «Solo in Italia ci facciamo problemi di questo tipo, perché tendiamo a sacralizzare la cultura. Negli Usa si forzano linguaggi e se c’è un pubblico che vuole gli e-book gli editori glieli danno. Da noi fece scandalo nel 1993 quando facevamo una rivista via fax...». Teresa Cremisi, della francese Flammarion: «Per quale ragione bisognerebbe cambiare forma al cucchiaio se è il mezzo più semplice ed economico per mangiare la minestra? Il libro è quanto di più semplice ed economico ci sia per leggere. Durerà».
Secondo Umberto Eco, l’e-book non riuscirà mai a prendere il posto del libro di carta. «Non sono un passatista. Su un hard disk portatile da 250 giga ho registrato i massimi capolavori della letteratura universale e della storia della filosofia: è molto più comodo ricuperare da lì in pochi secondi una citazione da Dante o dalla Summa Theologica che non alzarsi e andare a prelevare un volume pesante da scaffali troppo alti. Ma sono lieto che quei libri rimangano nei miei scaffali, garanzia di memoria per quando gli strumenti elettronici andranno in tilt».
Poi c’è Elfriede Jelinek, autrice austriaca premio Nobel per la letteratura nel 2004, che scrive romanzi direttamente in rete: «La verità è che alla libertà che il web offre non corrisponde ancora un ritorno economico certo. Ma non lo cerco: non sono interessata alle pressioni del mercato. Volevo fortemente impegnarmi in questo esperimento, e alla fine ho ottenuto i risultati che desideravo. Ma devo ringraziare il premio Nobel che me lo consente. Solo dopo averlo vinto, infatti, posso permettermi finanziariamente di regalare la mia letteratura».