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 2009  maggio 05 Martedì calendario

FIAT-OPEL, SINDACATI TEDESCHI ALL’ATTACCO


I sindacati tedeschi continuano a rimanere diffidenti nei confronti delle possibili nozze tra Fiat e Opel e non si sono lasciati convincere nemmeno dalle rassicurazioni fatte lunedì a Berlino da Sergio Marchionne. Klaus Franz, il presidente del consiglio di fabbrica della Opel nonchè membro del supervisory board dell’azienda, ha affermato che i piani del Lingotto provocherebbero la perdita di 9-10mila posti di lavoro in Europa. Contrariamente a quanto ribadito da Sergio Marchionne in un’intervista al tabloid popolare Bild uscita ieri, Franz sostiene che la Fiat vorrebbe sì chiudere lo stabilimento Opel di Kaiserslautern in Germania occidentale e almeno altri due siti produttivi in Italia e in Gran Bretagna. «Non vogliamo chiudere nemmeno un impianto in Germania ma una non drammatica riduzione dei posti di lavoro è inevitabile per chiunque voglia salvare l’azienda», aveva invece spiegato il numero uno della Fiat al Bild.
Klaus Franz, che rappresenta gli interessi di 55mila lavoratori europei della General Motors tra cui i 24mila operai Opel in Germania, ha rassicurato di non essere ostile alla Fiat e di essere invece disponibile ad un secondo incontro con Sergio Marchionne, ma di nutrire tutta una serie di dubbi nei confronti del suo piano per la nascita di un nuovo mega gruppo automobilistico del quale farebbero parte la Fiat, la Opel, la Chrysler e la GM Europe. «Chiunque ritiene che in futuro potranno sopravvivere solo le grandi società che nascono da mega fusioni non può che favorire il piano della Fiat», ha dichiarato Franz in un’intervista alla Reuters. «Chi invece crede nell’innovazione, nella flessibilità e nelle economie di scala attraverso diverse partnerships favorirà l’offerta Magna». Secondo il presidente del consiglio di fabbrica Opel tutte le mega fusioni del passato, da quelle della General Motors a quella tra Daimler e Chrysler, sono fallite perché sono risultate ingestibili.
Il presidente del consorzio austro-canadese Magna Frank Stronach ha ribadito intanto ieri l’interesse del suo gruppo ad un ingresso nella Opel precisando però che Magna ne acquisirebbe non oltre il 20%.
Dopo l’interesse dimostrato lunedì dal ministro dell’economia Karl Theodors zu Guttenberg nei confronti del piano Fiat, il governo di grande coalizione ha precisato anche ieri di voler esaminare «senza alcuna preclusione» i dettagli di un’eventuale alleanza tra Torino e la casa di Ruesselsheim. Ancora non è chiaro però fino a che punto nell’analisi del governo incideranno le 14 condizioni imposte dal ministro degli esteri e vice cancelliere Frank Walter Steinmeier al futuro acquirente di Opel. Tra gli altri punti il leader socialdemocratico chiede il mantenimento di tutti i siti produttivi Opel e la collocazione in Germania del quartier generale della nuova società come il pagamento in loco delle imposte e tasse sui suoi ricavati. Dal canto suo il premier Silvio Berlusconi si è detto sicuro che la fusione Fiat-Opel andrà in porto. Intanto sono stati diffusi i dati di aprile sulle immatricolazioni in Germania: Fiat è risultata il primo importatore con un aumento delle vendite del 142% rispetto ad aprile 2008 e una quota di mercato vicina al 7%.