Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 07 Giovedì calendario

FUTURO DENTRO IL LABORATORIO DEL MONDO CHE SARA’


«Good morning», dice la segretaria al bancone della reception, «mi chiamo Laura, come posso aiutarla?»: la voce è un po´ severa, ma i lineamenti sono dolci, con un tocco di fascino esotico. Inutile pensare di invitarla fuori a cena, però: sotto il bel collo da cigno, Laura non ha nulla. E´ soltanto un viso dentro lo schermo di un computer, che dà il benvenuto ai visitatori, smistandoli abilmente nel labirinto del Microsoft Research, il laboratorio "top secret" dell´azienda informatica fondata da Bill Gates, nascosto tra una facoltà e l´altra della Cambridge University. A cominciare dalla segretaria virtuale al bancone della reception, questa è la fabbrica del futuro, un´officina di geni del software che per un giorno apre i suoi cancelli a un ristretto numero di giornali stranieri, tra cui Repubblica per l´Italia, permettendoci di intravedere come sarà il domani prossimo venturo.
«Il nostro scopo è creare tecnologie che migliorino il modo in cui il mondo lavora, comunica e si rilassa», spiega Andrew Herbert, direttore del laboratorio di Cambridge, uno dei quattro della Microsoft (gli altri, e anche la scelta geografica dà un´indicazione del futuro, sono in California, nella Silicon Valley indiana di Bangalore e a Pechino). Per farlo, l´azienda di Gates ha unito le sue forze con quelle di una delle più prestigiose università d´Europa e assunto un centinaio di "cervelloni" da ogni parte del pianeta: qui lavorano oltre 100 scienziati americani, asiatici, inglesi e da ogni altro angolo del continente, inclusa l´Italia, rappresentata da Luca Cardelli, uno degli "investigatori" del centro di ricerche. E in effetti il loro compito è analogo a quello di uno Sherlock Holmes, solo che, invece di indagare su quanto è accaduto, scrutano ciò che accadrà.
Ecco allora cosa ci mostrano dalla loro sfera di cristallo. La "Time Card", un album di famiglia digitale, in cui archiviare foto, filmati, audio, lettere, appunti, raccontando l´evoluzione di una vita intera, eventualmente da regalare a figli o nipoti. "Wayve", invece, è l´equivalente dei post-it che incolliamo al frigorifero o alla scrivania per ricordare una cosa, lasciare un messaggio, appuntarci un numero di telefono: un apparecchietto capace di inviare tutto ciò, oltre a immagini, giochi, disegni, a un computer, a un telefonino o a un altro "Wayve". Poi c´è il "Whereabouts Clock", l´orologio del "dove-ti-trovi", basato su un software che si scarica sui cellulari, in grado di indicare in tempo reale la posizione di chi lo tiene in tasca, rivelando se è a casa, a scuola, in ufficio. L´"Home Book" è uno schermo su cui i membri di una famiglia oppure i colleghi di un ufficio aprono finestrelle elettroniche in cui dicono dove sono, cosa fanno, comunicano. Il "Drawer" è un cassetto digitale in cui possono essere ammassate foto, immagini scannerizzate, documenti. La "Sense Cam" è una macchina fotografica da indossare, che scatta immagini autonomamente ogni volta che vede qualcosa di interessante: serve anche a guidare un robot per casa.
C´è molto altro ancora, nel "lab" di Cambridge: macchine che simulano l´evoluzione del cambiamento climatico, che studiano il sistema immunitario del corpo umano, che difendono i sistemi informatici dagli hackers o dalle cimici dello spionaggio. Tutto funziona toccando lo schermo con un dito, spesso in uno scenario tridimensionale: il futuro fantascientifico di Minority report, il film con Tom Cruise del 2002, sta già per diventare realtà. Non è detto che lo diventi: i fantastici gadget con cui gli scienziati della Microsoft ci permettono di giocare sono soltanto dei prototipi, non si sa se saranno introdotti sul mercato. Ma proprio questa è la funzione del laboratorio: innovare, sperimentare, senza la pressione di un´immediata commercializzazione. «Oggi il mondo digitale è Internet, le email, i motori di ricerca, il nostro obiettivo è immaginare cosa porterà la prossima fase», dice il direttore Herbert. E a questo obiettivo partecipa anche una squadra di giovani studiosi italiani, perché il Microsoft Research è associato al CoSBi di Trento, un centro di ricerche di biologia computazionale: «Crediamo che l´informatica possa avere un valore fondante per la biologia come lo ebbe la matematica per la fisica», dice il suo presidente Corrado Priami. «L´ambizione è quella di realizzare una nuova economia della conoscenza», riassume Umberto Paolucci, vicepresidente della Microsoft, «con la fiducia nella possibilità di rilanciare l´Italia nei settori cruciali della convergenza tra scienze, medicina, biologia, genetica e tecnologia dell´informazione». Che meraviglia: qui, tra i cervelloni del laboratorio di Cambridge, è più facile essere ottimisti sul futuro, anche su quello del nostro paese. Senonchè Laura, la segretaria virtuale, con la sua vocetta freddamente cortese, avverte che la visita è terminata, ed è ora di ritornare nel presente.