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 2009  maggio 05 Martedì calendario

PADOVA E I REBUS DEGLI IMMIGRATI IL MODERATO DELLE "SCIABOLATE" SFIDA IL SINDACO-SCERIFFO DEL PD


Tempi cupi per gli sceriffi democratici alle elezioni amministrative di giugno. Persino per il loro capostipite, il sindaco padovano Flavio Zanonato, l´uomo delle ordinanze antiprostitute e del muro di via Anelli, da cui il nomignolo "il Signore di via Anelli", che già più di un decennio fa anticipò da sinistra nei fatti il core business della Lega Nord: la sicurezza.
Marco Marin, l´avversario di destra partorito in extremis dalle onorevoli Giustina Destro e Michela Vittoria Brambilla dopo scontri epocali del Pdl con il Carroccio e tra le varie componenti berlusconiane del Veneto, è un ex olimpionico di sciabola, ex poliziotto e adesso dentista. Si dichiara un "cattolico moderato", ma annuncia che, eletto, tornerà a usare il suo ferro olimpionico di taglio e controtaglio come un ussaro. Per garantire la sicurezza come un tesoretto capace di garantire voti. Altro che il sindaco-sceriffo di sinistra. La delocalizzazione delle prostitute dalle vie dell´Arcella, quartiere popolare semicentrale con 40 mila abitanti? L´ordinanza sulle multe ai consumatori di droga? Pannicelli caldi. Mascherano il solito buonismo della sinistra ex comunista e della chiesa, con l´appoggio del vescovo Antonio Mattiazzo alleato del sindaco nella bianchissima Padova.
Ci vuol altro: sciabolate con tutti, prostitute e spacciatori, ma anche con i lanzichenecchi dello spritz, quei giovanotti che, sbronzi fuori dai bar, fino alle tre del mattino insozzano e inquinano acusticamente la città, con i cucinieri di kebab che diffondono le loro puzze, con gli immigrati reduci di via Anelli che Zanonato ha sistemato nelle case comunali che i padovani aspettavano per loro da anni. Soccorre il candidato nell´elencazione del "lerciume" cittadino l´onorevole Filippo Ascierto, ex carabiniere, ex An, ora coordinatore del Pdl: «Niente moschea su terreno e immobile del comune. Se la vogliono se la comprino». Il verbo pidiellino si sovrappone così perfettamente a quello della Lega, che progetta in Veneto il sorpasso degli alleati alle europee.
Marin evoca i sei milioni persi dal Comune con Lehman e il sindaco replica ricordando il sodalizio dei suoi sponsor Destro e Ascierto con i furbetti del quartierino che tentarono la scalata all´Antonveneta. Ma ogni polemica sfocia sulla sicurezza.
Allarga le braccia Zanonato: «Questi faticano a capire che gli immigrati ci sono e ci saranno sempre. Qui ne abbiamo 26.500, 6.500 di questi sono musulmani, circa 3000 gli irregolari. Complessivamente più del 13% dei residenti. La sicurezza va realizzata con loro. La repressione ci vuole, ma non basta. Va coniugata con prevenzione, educazione e integrazione». Una linea che piace anche ai "rondisti" di via Anelli: la loro lista civica "Comitati città sicura" sosterrà Zanonato.
Ore 21 di una sera di metà settimana, sul Listòn non passa anima viva, non c´è traccia degli "spritzomani", che non sono i 60 mila studenti del Bo - garantisce il candidato olimpionico - ma le poche centinaia dei centri sociali. All´Arcella, antico bordello all´aperto, non passeggia né una nigeriana né una slava. Le poche su piazza sono concentrate nel deserto notturno della Zip, che è l´acronimo di Zona industriale di Padova. Vuoi vedere che l´ordinanza Zanonato sulla multe ai clienti, lanciata per la prima volta nel 1998, ha funzionato? Non più l´"osceno spettacolo" nelle vie semicentrali che distruggeva "il sepolcro della discrezione", come lo chiama Jacopo Tondelli in un suo libro sulla metamorfosi della sinistra incarnata dai sindaci sceriffi, ma il ritorno nella discrezione delocalizzata, il massimo che per esperienza millenaria ci si può attendere dalla prostituzione.
Anche il ghetto infernale di via Anelli che fino a tre anni fa era popolato di prostitute, prosseneti, spacciatori, bande rivali che si affrontavano a coltellate, fogne con due metri di liquame nelle trombe degli ascensori, quelle sei palazzine chiamate, ironia della sorte, la Serenissima sono oggi un vuoto quasi rassicurante al centro di un quartiere popolare. Dopo il muro che Zanonato eresse investendo 50 mila euro per evitare che gli spacciatori operanti sotto i vicini condomini piccolo borghesi si rifugiassero nel cortile dei miserabili all´arrivo della polizia, 270 famiglie di immigrati sono state trasferite in appartamenti del Comune.
Cento appartamenti dell´ex ghetto sono stati acquistati. Per gli altri Zanonato ha fatto un´offerta di 32 mila euro che molti dei proprietari padovani, spesso gli stessi che stipavano venti affittuari in 50 metri quadrati ricavandone bei soldi, per ora rifiutano. Ma se il sindaco sarà confermato promette di buttare giù tutto per fare edilizia residenziale.
La partita con Marin non sarà una passeggiata, anche per la decisione di candidare capolista alle europee nel Nordest Luigi Berlinguer, l´ex ministro dell´Istruzione inviso agli insegnanti, uno degli ultimi serbatoi residuali del centrosinistra. Il Pd locale, infuriato, ha bollato la scelta, se non fatta avallata da Dario Franceschini, come «l´ennesima idiozia piovuta dall´alto».
Padova, con Bergamo, è forse il capoluogo più a rischio tra i 22 governati dal centrosinistra che vanno al voto. Zanonato si accredita il 52%, Marin si dice già certo di vincere in quattro dei sei quartieri padovani. Gli chiediamo se abbia senso il tema della sicurezza declinata come un cocktail di degrado, domanda di decoro, ordine pubblico, condito con un pizzico di razzismo, in una città che nell´ultimo anno (dati della questura) ha visto diminuire del 26% i furti, del 28 gli scippi, del 43 le rapine, del 56 le truffe e del 5% le violenze sessuali, che si contano sulle dita.
Sì, elettoralmente la campagna sicurezza pagherà come e più che alle politiche, teorizza Marin. E Ascierto spiega: «L´altro giorno ero a Bari ed era annunciata un´emergenza nebbia. In realtà c´era solo una leggera foschia. Così è per la sicurezza. Io sono meridionale e so che, se paragonato a quello di quasi tutte le città del sud, il tasso di illegalità di Padova e del Veneto può persino far sorridere. Ma bisogna tener conto delle diverse circostanze ambientali: qui sconvolge anche il furto di una bicicletta».
La "percezione", è la sicurezza o l´insicurezza percepita che nell´urna per l´elezione del sindaco si trasforma in voti. Lo sceriffo democratico che, per generale opinione a sinistra, sarebbe stato un magnifico capolista alle europee per il Nordest al posto di Berlinguer, lo teorizza ancora meglio: «Ciò che è percepito dalla gente è la realtà. E se un anziano si sente insicuro e minacciato quando va a ritirare la pensione o una ragazza ha paura mentre va da sola al cinema, la politica deve rispondere, non può trattarli come stupidi».
Viaggia il tram che divise a metà i padovani, è stato completato l´anello delle tangenziali, è attivo il centro culturale Altinate e pronto il progetto per un nuovo ospedale da 1,2 miliardi. Ma è sulla sicurezza che lo sceriffo democratico "Signore di via Anelli", che il muro rese celebre in mezzo mondo, si gioca ancora una volta la rielezione in uno degli ultimi baluardi del centrosinistra a Nordest.