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 2009  maggio 06 Mercoledì calendario

FUNZIONA AD ARIA EPPUR SI MUOVE


Sembra un uovo. Con gli oblò e tre ruote sotto. Non gli serve la benzina, nè il ga­solio. E nemmeno il Gpl, il metano, le batterie o l’idrogeno. Funziona solo con l’aria, eppur si muove. Si chiama AirPod, era il sogno impossibile dell’auto, e probabilmente lo è an­cora. Ma è un’illusione che tocca i 45 chilo­metri all’ora, e quando gli vedi fare lo slalom tra i boeing parcheggiati all’aeroporto di Schi­pol (Amsterdam) viene il dubbio che l’impro­babile stia per diventare realtà.
La storia dell’auto ad aria compressa è una delle più discusse degli ultimi anni. Il suo in­ventore, Guy Nègre, ingegnere con un passa­to in Formula 1, ne parla dagli anni Novanta, alimentando in tanti la speranza di poter viag­giare, un giorno, a bordo di veicoli a carbu­rante dal costo nullo e davvero con emissioni zero. Ancora oggi circola la leggenda metro­politana secondo la quale sarebbe solo a cau- sa delle lobby del petrolio che la famosa Eolo, il primo tentativo di auto di questo genere, non è mai arrivata su strada. L’ipotesi resta verosi­mile, ma la realtà pare molto più complessa.
Il progetto dell’auto ad aria è zeppo di ostacoli tecnologici, forse non economicamente so­stenibili e condotto da Guy Nègre con un bud­get certamente non paragonabile a quello di cui dispongono le grandi case automobilisti­che. Ora però pare che la Motor Development International (MDI), l’azienda di Nègre, sia ar­rivata a una svolta. L’AirPod inventato dall’in­gegnere francese è lungo due metri e sette cen­timetri, largo 1,60 e alto 1,74. Ha tre posti veri (i due passeggeri sono seduti contro marcia), più un altro d’emergenza per un bambino, pe­sa 220 kg e si guida con un joystick. Secondo Nègre, circolare con un veicolo di questo tipo costerebbe solo 50 centesimi di euro ogni 100 km. Spinto da un motore bicilindrico alimen­tato da aria compressa a 350 bar, l’AirPod do­vrebbe avere 220 km di autonomia e raggiun­gere i 45 km/h. L’auto ad aria, quindi, non sa­rebbe una vera alternativa a quella con moto­re a scoppio, bensì alle elettriche.
L’Air France-Klm ne ha da poco iniziato la spe­rimentazione per il trasporto a terra in am­biente aereoportuale. Obiettivo della compa­gnia aerea è valutarne i vantaggi rispetto agli attuali mezzi elettrici per il trasporto di mate­riali di servizio fino a 300 kg. I primi risultati sembrano incoraggianti: i tempi di ricarica delle vetture sono molto più rapidi (90 secon­di circa) rispetto a quelli dei veicoli elettrici (svariate ore), gli spazi per i mezzi in fase di ri­carica si riducono drasticamente, e si evitano i costi di sostituzione degli accumulatori. Lo stesso sta facendo in Francia il comune di Niz­za, che ha adottato l’AirPod costituendo una flotta di veicoli utilizzabile con card magneti­ca attraverso il ”car-sharing”. Ora resta da capire come, se e quando un vei­colo del genere possa essere commercializza­to. E qui iniziano a riaffiorare i dubbi, perchè nessuno alla MDI è ancora in grado nemme­no di fissare un possibile prezzo dell’AirPod. Del resto anche la mitica Eolo, ebbe grossi pro­blemi legati ai costi di sviluppo dei prototipi: già nel 2002 la società di Guy Negre aveva spe­so circa 15 milioni di euro per produrre qual­che esemplare-laboratorio e alcuni particola­ri di ricambio. Il numero di ”Quattroruote” del­l’aprile 2002 ospita la prima e unica prova su strada della Eolo: il risultato fu un breve tra­gitto su un’auto che, non ancora messa a pun­to, si fermò dopo qualche minuto a causa del­la formazione di ghiaccio nel motore.
Ma il visionario francese non molla. E nono­stante le filiali europee finite in bancarotta nel tentativo di produrre le sue auto pur avendo ricevuto finanziamenti per milioni di euro dal­l’Unione Europea, Nègre rilancia la sua idea dell’aria compressa, senza precisare se siano stati risolti i problemi legati al raffreddamen­to (anzi al congelamento) dei tubi di scarico del motore. Proprio su questo i tecnici della Tata Motors - che nel 2007 ha acquistato il di­ritto di vendere in India questo tipo di vettu­re - sono al lavoro con gli ingegneri francesi.