varie, 6 maggio 2009
Pasqualina Labarbuta detta Lina, 38 anni. Barese d’origine ma emigrata al Nord nel 1977 col padre carpentiere e il resto della famiglia, bella, alta, magra, lunghi capelli biondi, «sempre gentile e sorridente», anni fa s’era trasferita a Brescia per amore ma poi, finita la relazione da cui erano nati due maschi di 11 e 13 anni e una femmina di 3, «che erano la sua vita», s’era spostata a Milano, coi bambini, in casa della madre
Pasqualina Labarbuta detta Lina, 38 anni. Barese d’origine ma emigrata al Nord nel 1977 col padre carpentiere e il resto della famiglia, bella, alta, magra, lunghi capelli biondi, «sempre gentile e sorridente», anni fa s’era trasferita a Brescia per amore ma poi, finita la relazione da cui erano nati due maschi di 11 e 13 anni e una femmina di 3, «che erano la sua vita», s’era spostata a Milano, coi bambini, in casa della madre. Mercoledì 6 maggio si presentò puntuale al primo giorno di lavoro come sostituta portinaia in un condominio nel Gallaratese, all’ora di pranzo camminò fino a un giardinetto lì vicino e si sedette su una panchina ma mentre agranocchiava il suo panino arrivò un giovane dalla carnagione scura, forse un matto, forse un rapinatore, forse un amante deluso, che le infilò un coltello di dieci centimetri dritto nel cuore. Alle 13.30 nel parco tra via Mario Borsa e via Alex Visconti nel quartiere Gallaratese di Milano.