Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 06 Mercoledì calendario

LA LIGA SPAGNOLA SULL’ORLO DEL CRACK

Le società di calcio della Liga spagnola sono al bordo del fallimento tecnico: i debiti, oltre 3,5 miliardi di euro al 30 giugno del 2008 (di cui 600 milioni nei confronti del fisco) rappresentano infatti il 91% circa degli attivi, pari a 3,78 miliardi di euro.
La situazione, per alcuni club (non solo di prima, ma soprattutto di seconda divisione) è disperata: vedi il Racing e l’Athletic club di Bilbao. Mentre in serie B, Saragozza e Murcia hanno l’acqua alla gola. Colpa, dicono gli esperti del settore, di costi di gestione troppo elevati, a fronte di incassi in sensibile diminuzione. La crisi economica, infatti, ha fatto aumentare la disaffezione dei tifosi, così come ha fatto scappare molti sponsor o costretto a ridurre il budget.
In testa alla classifica dei debiti c’è il Real Madrid, con un totale di oltre 562 milioni, rispetto ai 527 dell’anno prima. A ruota seguono Atletico Madrid e Valencia. Mentre gli acerrimi rivali del Barcellona sono a quota 439 milioni circa, 49 in più rispetto al 2007. Va comunque aggiunto che i primi due club spagnoli sono quelli che godono di una situazione privilegiata, grazie all’importante attività di merchandising di cui possono godere rispetto ad altre società " minori".
Sta di fatto che nel 2008 i club spagnoli di prima divisione hanno incassato oltre 1,37 miliardi di euro, a fronte di costi complessivi pari a circa 1,62 miliardi. Come a dire che la Liga ha speso circa 240 milioni in più di quanto ha incamerato. Uno squilibrio che prima o poi andrà corretto.
Del resto va proprio in questa direzione l’azione dei presidenti delle principali società di football spagnole, che stanno cercando di far cambiare la legge che regola le aziende sportive, in modo da permettere in futuro una loro quotazione. Questo per mettersi al pari con molti club stranieri e facilitare così il reperimento di mezzi freschi per finanziare le squadre, ma anche la costruzione di nuovi stadi da mettere successivamente a bilancio. Per ora, comunque, l’azione di lobbing non ha dato alcun risultato concreto, tanto che la proposta di legge si è arenata in qualche angolo del Parlamento.
Per quanto riguarda società specifiche, quella che ha maggiore visibilità e maggiori mezzi a disposizione è sicuramente il Real Madrid. Una società che proprio in questi ultimi mesi sta vivendo una crisi non solo a livello di classifica (sabato scorso è stata battuta dal Barcellona in casa per 6 a 2), ma anche di gestione. Tant’è vero che a giugno si svolgerà una assemblea straordinaria per il rinnovo del presidente che avrà il compito di aprire un nuovo ciclo.
 quanto mai probabile che il nuovo presidente possa essere una vecchia conoscenza del club. Quel Florentino Peres (oggi tra i principali azionisti di Iberdrola) che anni fa, come presidente del club, aveva venduto la cittadella sportiva nel centro di Madrid per trasferirla vicino all’aeroporto di Barajas. Operazione che permise al Real Madrid di fare cassa e di comperare importanti giocatori. Questa volta i "colpi" di mercato potrebbero essere Kakà e Ibrahimovic.