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 2009  maggio 04 Lunedì calendario

IL BOOM DI TWITTER LA NOTIZIA IN UN SMS


Che possa diventare anche ansiogeno, è vero. Lo si è visto proprio nei giorni scorsi, durante l´emergenza per l´influenza messicana. Lo scambio rapidissimo di informazioni "sincopate", lunghe come un sms (100 battute in media) sui telefonini di tutta l´America collegati con il sistema Twitter, ha generato non poca preoccupazione, anche sicuramente eccessiva. Ad un certo punto, nello scambio frenetico, si è addirittura sparsa la voce che si fosse in presenza di un "germ warfare", insomma di un attacco batteriologico. Si è sparsa di nuovo la "sindrome dell´antrace" post-11 settembre. E come in quell´occasione, l´allarme si è rivelato eccessivo.
Tutto ciò non toglie che Twitter sia una rivoluzione. E dire che è nato meno di tre anni fa: ma nel frattempo è stato oggetto di tentativi di acquisizione da Microsoft, Google e perfino Facebook. Da molti è considerato la nuova frontiera dell´informazione.
La nuova mania di Twitter ha reso di colpo quasi obsoleto le stesso fenomeno Facebook? La nuova mania della rete è insomma senza alcun dubbio Twitter, il social network e servizio di microblogging che nell´ultimo anno è diventato un fenomeno di massa negli Stati Uniti. Il principio, e la lunghezza dei pezzi oltre alla filosofia stessa di base, sono quelli degli Sms. Fondato nel 2006 da Jack Dorsey e Biz Stone, Twitter permette ai suoi utenti di condividere in tempo reale i tweets, dei brevi aggiornamenti di stato (di un massimo di 140 caratteri) via e-mail, sms, widget o direttamente sulla home del sito. La funzione di Twitter è di rendere noto a tutti i propri contatti (chiamati followers) quello che si sta facendo in ogni momento della giornata. Un servizio utilissimo per aggiornare in tempi brevi – e senza costi – un gruppo di amici o di colleghi.
Ma il sito di microblogging aveva stentato a decollare fino all´inizio di quest´anno. Poi, è stato improvvisamente invaso dai vip: uomini politici, attori e cantanti hanno fatto a gara per iscriversi al servizio. Così oggi è possibile trovare (e seguire) su Twitter personalità del calibro di Barack Obama, Stephen Fry, Al Gore e Oprah Winfrey, solo per citarne alcuni. «Probabilmente – spiega Biz Stone, cofondatore del sito – i vip sono attratti dalla possibilità di poter essere in contatto con i loro fan senza intermediari. Senza aspettare, insomma, che agenti e giornalisti si occupino di loro. Quando abbiamo iniziato non ci aspettavamo questa evoluzione. Ma visto che ci ha aiutato a promuovere il prodotto, non possiamo esserne che felici».
La sola Oprah Winfey, in effetti, conduttrice e opinion maker seguita fedelmente da milioni di fan, ha fatto registrare a Twitter – nel giorno della sua iscrizione – una crescita del 24% degli utenti registrati, e il 37% nei tre giorni successivi. Anche l´attore Ashton Kutcher, protagonista della popolare sitcom That´s 70´s, marito di Demi Moore, è stato un eccellente volano per la crescita del sito. Ashton ha addirittura sfidato la Cnn a chi arrivava per primo al traguardo di 1 milione di followers. Com´era previsto ha vinto. Grazie alla cura a base di vip, il sito di microblogging ha conquistato sempre più spazio nell´affollato e competitivo mercato dei social network. E ha messo a segno risultati straordinari: a marzo 2009, nei soli Stati Uniti Twitter è cresciuto del 76% rispetto al mese precedente, e di un incredibile 1302% rispetto a marzo 2008: in un anno è passato da 1.077.000 a più di 14.000.000 visitatori unici al giorno.
Nello stesso periodo negli States, per fare una comparazione, il fenomenale Facebook è cresciuto "solo" del 228%. E il successo di Twitter non è limitato al mercato statunitense. In Australia, nello stesso periodo, i visitatori sono cresciuti del 1.067% i visitatori, nel Regno Unito del 621% e in Nuova Zelanda "solo" del 300%. «In Europa – spiega Alan Long, analista del web 2.0 – si sono riscontrati pattern di crescita simili a quelli rilevati nel Regno Unito. Insomma, grazie all´arrivo dei vip, Twitter è diventato un fenomeno genuinamente globale».
Inevitabilmente Twitter ha iniziato ad attirare le attenzioni del marketing. Nielsen Research parla di circa 700mila imprese che utilizzano il microblogging del sito come forma di pubblicità. E anche i Ceo delle grandi multinazionali sono diventati fedeli tweeters. Esiste addirittura una lista, chiamata Exec Tweets, dei 100 più influenti executives presenti sul sito. «Twitter – sottolinea il Financial Times – è potenzialmente uno dei migliori strumenti comunicativi per l´azienda: i 140 caratteri massimi di cui può essere composto un post costringono alla sintesi e alla chiarezza. Ne è un ottimo esempio il Budget pubblicato su Twitter dalla Treasury britannica: veloce da leggere e facile da capire. Twitter potrebbe essere la rivoluzione della comunicazione aziendale».
Nonostante la crescita di interesse da parte di ogni tipo di utente, però, la profittabilità di Twitter stenta a decollare. Per ora, infatti, il sito non ha prodotto alcun utile, e la Oblivious inc., la proprietaria di Twitter, si è limitata a raccogliere circa 57 milioni di dollari di fondi, tutti tra investitori privati. I primi soldi, assicura Evan Williams, fondatore di Blogger e attuale Ceo di Twitter, arriveranno nel 2010, "a patto che le condizioni dell´economia globale non peggiorino ulteriormente". La mancanza di profittabilità, spiega però Williams, non è dovuta alla crisi, ma alla mancanza di un modello di business per trarre utili dalla piattaforma. «Sicuramente andremo in attivo – chiarisce – ma non possiamo dirvi esattamente in che modo, perché ancora non sappiamo come funzionerà il nostro business. Vogliamo che i profitti siano legati al prodotto, come avviene per il sistema AdSense di Google».