Financial Times, 5 maggio 2009, 5 maggio 2009
Probabile che all’assemblea del 19 maggio si assista, per il secondo anno consecutivo, alla rivolta degli azionisti contro l’aumento dei compensi dei manager di Royal Dutch Shell
Probabile che all’assemblea del 19 maggio si assista, per il secondo anno consecutivo, alla rivolta degli azionisti contro l’aumento dei compensi dei manager di Royal Dutch Shell. Due influenti gruppi di investitori – RiskMetrics e la Association of British Insurers – hanno consigliato di votare contro la politica dei salari scelta dal consiglio di amministrazione. C’era uno schema basato sulla performance rispetto al gruppo dei ”cinque grandi del petrolio”: ExxonMobil, Chevron, British Petroleum, Totale e appunto Shell. Se Shell non fosse stata almeno terza in questo gruppo, per ritorno sull’investimento offerto agli azionisti, i dirigenti non avrebbero avuto bonus dal 2006 al 2008. Shell è stata quarta, ma il consiglio che decide sui compensi ha deciso di premiare comunque i manager, con metà dei bonus che avrebbero ricevuto se fossero arrivati terzi. Di cifre non ne sono state fatte. Le ultime disponibili sono di giugno scorso, e riguardano lo stipendio dell’ex amministratore delegato, Jeroen van der Veer: 10,3 milioni di euro in totale (il 58% in più rispetto all’anno prima), compresi 3,1 milioni di incentivi a lungo termine collegati alla performance 2005-07, durante la quale Shelle era sempre quarta in quel gruppo di "grandi".