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 2009  maggio 04 Lunedì calendario

Consumi, l’happy hour si sposta in casa In forte crescita gli ingredienti per la preparazione di pizze e torte e le vendite di piatti pronti Di Emanuele Scarci La spesa delle famiglie fa i conti con la crisi economica ma molte non esitano a spendere di più puntando su prodotti a maggior contenuto di servizio: emerge la coesistenza tra la riscoperta del piacere dei consumi e della preparazione domestica e la crescita senza sosta dei cibi pronti e salutistici

Consumi, l’happy hour si sposta in casa In forte crescita gli ingredienti per la preparazione di pizze e torte e le vendite di piatti pronti Di Emanuele Scarci La spesa delle famiglie fa i conti con la crisi economica ma molte non esitano a spendere di più puntando su prodotti a maggior contenuto di servizio: emerge la coesistenza tra la riscoperta del piacere dei consumi e della preparazione domestica e la crescita senza sosta dei cibi pronti e salutistici. Le rilevazioni di Nielsen Trade Mis hanno preso in esame decine di prodotti alimentari che rappresentano gran parte dei consumi degli italiani, in casa e fuori, a partire dalla colazione. Nel 2008 alcuni prodotti tipici della prima colazione hanno registrato incrementi consistenti: wafer +12%, marmellate +7%, burro e miele +3,2%, fette biscottate, biscotti frollini e latte uht +2,5%. «Si consuma di più tra le mura domestiche perché il rito della colazione al bar è costoso», osserva De Camillis, direttore dei servizi per il distributore di Nielsen. L’obiettivo del risparmio viene perseguito anche quando ciò comporti lavoro e disponibilità di tempo. Quindi meno torte e dolci in pasticceria e più acquisti di lievito fresco, +49%, burro, paste semilavorate, panna e farina, tutte intorno al +7%. Alcuni di questi ingredienti servono anche a produrre il pane in casa, ed evitare quindi di acquistarlo in panetteria a 4 o 5 euro al chilogrammo. Lo stesso meccanismo del recupero domestico scatta per le ricorrenze: meno visite a ristoranti e bar e più party, feste e ritrovi in casa con acquisto al super di stuzzichini, nettari, patatine, birre, olive, salatini e cole. Non tutte le famiglie però sono strette nella morsa della recessione, anzi un numero crescente continua a ricorrere a cibi pronti, che costano di più ma consentono di risparmiare tempo. Le vendite dei primi piatti sono cresciute di circa il 50%, i condimenti del 5-7%, i surgelati del 4-4,5%. Sulla stessa scia seguono i prodotti catalogati come salutistici e dietetici. L’anno scorso i cibi senza grassi sono balzati di circa il 25%, i privi di glutine del 17%, quelli ad alta digeribilità dell’8,4%, i light di circa l’8%. Per bar e ristoranti un campanello d’allarme Secondo le rilevazioni di Nielsen, nel bimestre dicembre 2008-gennaio 2009 i consumi fuori casa di snack, bevande e liquori sono scivolati del 2,7% in volume (cioè al netto dell’inflazione). Fino a tutta l’estate 2008 i consumi fuori casa avevano tenuto, ma dall’autunno la crisi è diventata evidente. L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie ha indotto cambiamenti marcati nelle abitudini, e, purtroppo, le aspettative dei consumatori non sono migliori.