Francesca Milano, Il Sole-24 Ore, 4 maggio 2009, 4 maggio 2009
Concedere l’appartamento come location di spot e film fa guadagnare fino a 3.500 euro al giorno Di Francesca Milano Negli ultimi cinque anni nell’appartamento di Simona P
Concedere l’appartamento come location di spot e film fa guadagnare fino a 3.500 euro al giorno Di Francesca Milano Negli ultimi cinque anni nell’appartamento di Simona P., nella zona dei Navigli a Milano, sono passate più di trenta troupe e altrettanti volti noti della tv, da Luciana Littizzetto a Emanuela Folliero. E lei, oltre a divertirsi, ha guadagnato. Per ogni giorno di riprese riceve 1.500 euro, che diventano 750 nei giorni di allestimento o smontaggio delle attrezzature, ma che possono salire fino a 3.500 per gli immobili più prestigiosi. Al loft di Simona la produzione è arrivata tramite l’agenzia di location, sempre a caccia di nuovi ambienti da proporre ai registi, che adesso snobbano i teatri di posa (troppo finti e cari) e preferiscono ambientare le scene in luoghi più veri. E soprattutto meno costosi. Ma la caccia non si limita alle case: molto richiesti sono anche gli studi dei professionisti, come medici o avvocati. Lo stesso vale per giardini, capannoni industriali, fabbriche, uffici e persino cantine. Per candidare la propria casa bisogna contattare una delle tante agenzie di location: qualcuna chiede l’invio delle foto da inserire nel proprio archivio, qualcun’altra, invece, manda un fotografo a scattare le immagini delle stanze più belle. Una volta inserite le immagini non resta che aspettare. Quando la casa viene scelta come location da una produzione, quest’ultima stipula un contratto di noleggio temporaneo di immobile, che prevede la facoltà del regista di modificare la disposizione dei mobili e l’aspetto della casa, a patto poi di ripristinare lo stato originale al termine delle riprese. Eventuali danni all’arredamento o al pavimento vengono coperti dalla polizza assicurativa che la produzione stipula per tutelarsi. In genere le riprese non durano mai più di un paio di giorni (per 12 ore al giorno), e il proprietario viene pagato al termine della giornata di lavoro. Se si tratta di una casa di piccole dimensioni, bisogna mettere in conto che sarà completamente occupata durante i giorni delle riprese, quindi è meglio trovare ospitalità altrove. Oltre alle camere scelte per ambientare le scene dello spot o del film bisogna considerare che la produzione avrà bisogno anche di un bagno e di una stanza da adibire a guardaroba e a spazio per parrucchieri e truccatori. Chi abita in condominio dovrà raccomandare alla troupe di non invadere gli spazi comuni e ricordarsi di avvertire i condomini. In alcuni casi può essere utile destinare una piccola percentuale del proprio compenso al condominio per il disturbo. Piccoli disagi a parte, però, affittare la propria casa come location può essere un buon modo per guadagnare qualche soldo extra. Telecamere puntate anche su studi e uffici Di Francesca Milano Affittare il proprio studio a una produzione può essere un’idea interessante anche per i professionisti, che per un paio di giorni cederanno la propria scrivania a un attore. La normale routine non subirà stravolgimenti, perché al massimo bisognerà sospendere il lavoro per 2-3 giorni. Anche nel caso degli studi, gli scenografi possono effettuare alcune variazioni nell’arredamento, ma si tratta solitamente di piccoli accorgimenti. «In genere – spiega Bruno Rosa, che da 30 anni si occupa di ricercare location per il cinema- se si cerca uno studio di un avvocato è proprio perché si ha bisogno di un ambiente con alcune caratteristiche come, per esempio, una libreria con i Codici in bella mostra. Quindi al massimo si cambierà la disposizione di mobili e oggetti, ma non si stravolgerà l’ambiente». Gli spazi vissuti, negozi compresi, contribuiscono a dare al prodotto finale un tocco di realtà. E a portare nelle tasche del professionista da 2 ai 4 mila euro al giorno.