Luca Fornovo, La stampa 4/5/2009, 4 maggio 2009
IL CANONE TELECOM COSTA 60 MILIONI
Se per gli abbonati l’aumento del canone di Telecom Itali sarà una piccola batosta, per gli operatori alternativi della telefonia fissa sarà, invece, un’autentica mazzata. Dal primo febbraio, Telecom ha aumentato il canone mensile residenziale di 1,51 euro, a seguire il 24 marzo l’Agcom ha annunciato l’aumento del canone mensile dell’Unbundling local loop (l’ultimo miglio) all’ingrosso di 0,85 centesimi. Da Infostrada a Fastweb fino a Tele2, per le società di telecomunicazioni attive nella telefonia fissa, l’aumento del canone si tradurrà complessivamente in costi maggiori all’anno per circa 60 milioni di euro.
Insomma un conto salatissimo quello che gli operatori di tlc dovranno pagare a Telecom per l’affitto dell’ultimo miglio. Ma anche un duro colpo alla concorrenza. Tant’è che alcuni operatori alternativi di rete fissa hanno reagito aumentando le tariffe. Diverso il caso di Infostrada che, sebbene secondo le stime di alcuni analisti finanziari si ritroverà a pagare maggiori costi per circa 10 milioni, ha preferito non alzare le tariffe. «Nonostante questi maggiori costi - sottolinea Fabrizio Bona, direttore commerciale di Wind, il gruppo che controlla anche Infostrada - abbiamo deciso di non alzare i prezzi delle tariffe né ai clienti finali né a quelli nuovi». Una strategia che è stata possibile mettere in pratica grazie ai buoni risultati del gruppo raggiunti nel 2008. «Le perfomance dello scorso anno - spiega Bona - confermano Infostrada come primo operatore alternativo sul mercato con circa 2,6 milioni di clienti voce di cui 1,77 milioni in accesso diretto sulla propria rete con i migliori risultati nel mercato Adsl e consentono, grazie anche alla significativa penetrazione della banda larga, alla divisione fisso di Wind di produrre cassa in un mercato molto difficile per gli operatori alternativi».
Nelle tlc un settore che risente un po’ meno della crisi è la telefonia mobile. «Qualche operatore telefonico, come noi - spiega il direttore commerciale di Wind - è riuscito a incrementare sensibilmente le performances in termini di ricavi, utili e investimenti. Ma il vero problema del mercato mobile è la saturazione con le tariffe in calo, soprattutto quelle dei servizi europei». Tuttavia, secondo Bona, «ci sono servizi in forte crescita come l’Internet mobile e le offerte dedicate agli stranieri in Italia. La scommessa è quella di verificare se queste novità saranno in grado di garantire ancora il trend al rialzo dei valori complessivi di bilancio».
nello scenario dell’Intenet mobile che si inserisce il sempre più acceso scontro commerciale e tecnologico tra iPhone e Blackberry, un duello serrato tra i due telefonini più avanzati del momento. Secondo gli ultimi dati che arrivano dall’America, il Blackberry è in netto vantaggio nelle vendite e nel gradimento sull’iPhone. Il gruppo Research in Motion in media vende 2,6 milioni di palmari Blackberry al mese contro gli 1,5 milioni di iPhone venduti dal colosso californiano Apple. «Ritengo che anche in Italia - osserva Bona - la sfida verrà vinta dal Blackberry, perché ha un brand più amato dagli italiani e poi perché ha molti accordi di collaborazione nei servizi di telefonia, tra cui quello con Wind».
Nella partita dei super telefonini non va dimenticato Google. Ma il gigante dei motori di ricerca è da poco coinvolto nella partita dei telefonini palmari con Android, un prodotto di nuova generazione: un apparecchio ibrido, tra computer e telefonino, che si basa su un sistema operativo di Google.