Varie, 5 maggio 2009
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Martinelli Ricardo
• Panama City (Panama) 11 marzo 1952. Politico. Dal luglio 2009 presidente di Panama • «[...] oriundo italiano [...] leader del cartello conservatore Alianza por el Cambio (Ac) e principale imprenditore di Panama [...] Sposato e padre di 3 figli, cattolico [...] primo discendente di immigrati del Belpaese a raggiungere la stanza dei bottoni nel Cono Sud [...] Sempre in maglietta, vulcanico [...] una pancia nemica delle palestre [...] padrone di una serie infinita di aziende, tra cui la più importante catena di supermercati, direttore di due tv e di una banca, si è pagato di tasca sua la campagna elettorale ed i dilaganti spot. Il Prd l’aveva ribattezzato il ”Berlusconi di Panamá” [...] populista e conservatore doc (patrimonio stimato in 400 milioni di dollari) [...] odia Chávez e i fratelli Castro, amico di Washington [...] Nato nella capitale, liceo negli Usa, dove poi si è laureato in amministrazione di impresa con master in marketing, Martinelli si è costruito un impero da solo. Il Paperone è stato anche ministro del Canale dal 1999, quando gli Stati Uniti hanno restituito la proprietà della via tra l’Atlantico e il Pacifico ai panamensi, al 2004: un incarico strategico perché il Canale è l’industria più importante del Paese. [...] Comunicatore nato (il suo slogan: ”Tu mi dai il voto, io ti dò il cambiamento”), estroverso [...] ”L’imprenditore è una persona che sa fare tutto - spiegava -. Il politico è una persona che fa una sola cosa alla volta: o parla o cammina, o pensa o rutta. Io sono la novità” [...] Nel 1990 Martinelli ha fondato il suo partito, Cambio democratíco, perno di Ac. E dal 2004 è entrato in campagna, aiutato anche dalla moglie, presidentessa della Fundación Ricardo Martinelli, che ha distribuito a man bassa borse di studio agli studenti poveri. Gli avversari lo chiamavano ”El Loco” (il pazzo) per una sua presunta malattia psichiatrica che curerebbe con pillole. ”Noi pazzi siamo maggioranza”, gongolava [...] dopo che le urne gli hanno dato ragione. [...] ”Me ne frego di essere definito di destra. Il mio obbiettivo è risolvere gli annosi problemi del Paese mai risolti dai politici tradizionali, che ci hanno lasciato miseria e fame”» (Gian Antonio Orighi, ”La Stampa” 5/5/2009).