Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  maggio 05 Martedì calendario

E IL PIL USA SAR SUPERATO FRA TRE ANNI

impossibile addentrarsi nella storia economica, nei rapporti di forza di ieri e di oggi fra Asia e Occidente, fra Stati Uniti ed Europa, fra Cina e Giappone, senza fare i conti prima o poi con Angus Maddison. A lungo professore all’università di Groningen in Olanda, prima capo economista all’Ocse, formazione in Gran Bretagna dove è nato nel 1926 e negli Stati Uniti, Maddison è un pioniere negli studi delle contabilità nazionali. Attraverso le sue valutazioni, ha potuto ricostruire l’economia delle varie ere storiche e delle varie aree e ha acquisito una prospettiva di rara profondità e vastità sullo sviluppo delle ricchezze e delle società. Maddison ha lavorato a lungo sui dati del Pil della Repubblica popolare cinese (Rpc) per arrivare alla conclusione che il sorpasso sugli Stati Uniti non è affatto lontano, all’inizio del prossimo decennio, e non a metà secolo. Maddison, che oggi vive nel nord della Francia, era in Italia nei giorni scorsi per la presentazione della traduzione italiana di un suo saggio,
L’economia mondiale dall’anno 1 al 2030 (edizioni Pantarei), e per due conferenze, al Politecnico di Milano e all’Università di Pavia.
Negli equilibri storici fra aree economiche, come si possono leggere le attuali crisi finanziaria e recessione, specie per quanto riguarda il peso dell’economia Usa?
Per gli Stati Uniti si è trattato di un duro colpo, perché il sistema ha rischiato il collasso, un colpo anche dal punto di vista del prestigio. Ma il dollaro ha tenuto bene, e questo mi ha positivamente sorpreso. Dopotutto la sterlina, in condizioni analoghe da parte della Gran Bretagna, ha perso il 30 per cento. possibile però che quanto accaduto acceleri il sorpasso da parte della Cina quanto a Pil. I calcoli ufficiali pongono il sorpasso del Pil americano da parte di Pechino, in cifra assoluta e non pro capite ovviamente, fra alcuni decenni. Io penso possa avvenire fra due o tre anni. I miei calcoli infatti non si basano tanto sulle statistiche ufficiali cinesi, e tengono conto di una vasta produzione che credo non vi compaia. Oggi il Pil cinese secondo i miei calcoli è pari all’85% di quello Usa. Secondo la Banca mondiale non arriva alla metà, ma questo non mi pare realista.
Vede in arrivo, o già arrivata, una deglobalizzazione?
Credo che l’internazionalizzazione delle economie non farà grandi passi indietro. Certo non siamo in una fase propulsiva, ma piuttosto riflessiva. possibile una certa rinazionalizzazione della finanza. Ma sono rimasto impressionato dal livello di internazionalizzazione del sistema bancario, che tuttavia adesso sarà più prudente nei suoi investimenti.Quanto al protezionismo, non vedo pressioni fortissime. Spinte sì, ma non pressioni a valanga. Il mondo è troppo interconnesso.
C’è la possibilità di un modello cinese di sviluppo, da esportazione?
No, la Cina si ritiene già il centro del mondo e non vuole colonizzare.
L’Europa è stata colonizzatrice, e per certi versi gli Usa lo sono più ancora dell’Europa, perché hanno una componente messianica in più. I cinesi si ritengono superiori a tutto questo. Non hanno preso Hong Kong con la forza, non hanno preso Macao, e non prenderanno neppure Taiwan, con la forza. Ma anche l’India sta crescendo molto.
Il mondo sarà meno occidentale?
 un dato che già da alcuni anni l’Occidente non controlla più l’economia mondiale. Il totale fallimento del sistema di sorveglianza bancaria e finanziaria in Usa e Gran Bretagna non ha contribuito molto a rallentare il fenomeno.
E il mondo sarà meno americano?
Gli Stati Uniti sono e restano di gran lunga la prima economia del mondo. Hanno risorse territoriali, di materie prime, di capacità di ricerca e produzione senza confronti, oltre a una bassa densità di popolazione sul territorio.
Quindi è presto per intonare il canto d’addio. La Cina non vuole rivaleggiare con gli Usa. Vuole solo recuperare Taiwan, pacificamente, ed essere rispettata come il vero portavoce dell’Asia, più del Giappone. Comunque sì, Stati Uniti in particolare e Occidente in genere hanno abbastanza fine tuning da praticare.
Da dove incomincerebbe?
Oh, c’è l’imbarazzo della scelta. Mi pare ad esempio che le banche centrali abbiano perso un po’ la testa. Portare il costo del denaro a zero non serve granché, si è visto in Giappone. Poi, un esempio che conosco bene: ho due figli, uno fa l’economista, è brillante, è consulente del Governo, e guadagna 35mila sterline l’anno; l’altro fa il banchiere, è altrettanto brillante, e guadagna un milione di sterline l’anno. Qualcosa non funziona.