Roberto Petrini, la Repubblica 29/4/2009, 29 aprile 2009
ENTI LOCALI, E’ PRONTA LA SCURE COMUNITA’ MONTANE ADDIO RISCHIA UNA PROVINCIA SU CINQUE
Colpo di scure sulle Comunità montane, cancellazione con un semplice segno di matita degli enti che gestiscono i parchi regionali, abolizione delle Autorità d´ambito territoriale che garantiscono l´acqua potabile e le fognature, soppressione dei Consorzi di bonifica responsabili della difesa del suolo, degli argini e dei fiumi. La bozza del disegno di legge delega Calderoli che riforma il Testo unico sulle autonomie locali, usa la mano pesante su enti minori e strutture di cui l´inutilità è ancora tutta da valutare.
Ma sulle Province, di cui da più parti si chiede la soppressione, il testo Calderoli va con i piedi di piombo. L´operazione sopprimi-Province infatti si farà in due anni (questi i tempi previsti per l´esercizio delle delega da parte del governo) e i criteri sono piuttosto morbidi: saranno abolite solo le Province molto piccole, poco efficienti o incongrue per conformazione territoriale. I tecnici calcolano che forse solo il 20 per cento delle 110 Province italiane cadrà nella rete di Calderoli. Resteranno invece in vita le più grandi e le più forti dove la Lega, si osserva con qualche malizia, ha più di una roccaforte.
Sotto i colpi del progetto del governo cadranno invece la 220 Comunità montane il cui numero era già stato ridotto dal governo Prodi (prima dell´intervento che risale allo scorso anno erano infatti 356). Per questi enti non ci sarà appello e, guarda caso, le loro funzioni passeranno alle Province. «E´ una misura incostituzionale», insorge il presidente dell´Ucem, Enrico Borghi già sindaco di un comune della Val d´Ossola che minaccia di portare a valle, in marcia, 2.000 primi cittadini dalle montagne.
In realtà, le alte quote, con le proprie prerogative ambientali ed ecologiche, pagherebbero un prezzo tutto a favore delle Province che, invece di sparire, finirebbero per rafforzarsi ed avere maggiori competenze e funzioni. Alle Province passeranno infatti le prerogative degli Enti parco regionali, lo stesso avverrà per quelle dei Consorzi di bonifica (essenziali per la cura degli argini di fiumi e torrenti e peraltro finanziari dai privati), stessa musica per le funzioni delle disciolte Autorità d´ambito territoriale che gestiscono l´acqua potabile. Inoltre il caso dei Bacini imbriferi montani: il nome fa pensare ad oscuri centri burocratici, in realtà gestiscono i risarcimenti che, in base alla legge Vanoni degli Anni Cinquanta, l´Enel e le compagnie elettriche sono tenute a pagare alle zone di cui sfruttanoi i corsi d´acqua e il territorio come risarcimento. Anche questi soldi finiranno alle Province o, in seconda battuta, alle Regioni.
Infine le città, dove la cura è ugualmente drastica. Niente più consigli di circoscrizione, almeno sotto i 250 mila abitanti: «I rappresentati eletti cessano dalla carica nella medesima data», stabilisce perentoriamente l´articolo 8 del provvedimento. La bozza del disegno di legge prevede inoltre la riduzione del numero dei consiglieri comunali e dei componenti delle giunte: nei municipi con oltre 500 mila abitanti il consiglio comunale scenderà da 60 a 40 membri, in quelli tra i 250 e 500 mila da 45 a 35 e così, via via riducendo, fino ai microcomuni con meno di 3.000 abitanti che dovranno contare su una mini assemblea comunale composta da sei membri invece degli attuali dodici.