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 2009  maggio 04 Lunedì calendario

Fottorino eric

• Nizza (Francia) 26 agosto 1960. Giornalista. Ex direttore di “Le Monde” (2007-2011) • «“Prima c’erano solo donne. Mia madre e sua madre, donne con i loro dolori e le loro tristezze, una troppo giovane e l’altra troppo vecchia, due solitudini e la mia infanzia in mezzo. L’arrivo di Michel ha cambiato tutto. Finiti i venerdì senza carne e la messa la domenica: lui credeva solo al pallone. Finita Bordeaux la cupa, avanti La Rochelle e il sole. Finito il figlio unico senza padre (se non è triste tutto questo), buongiorno alla felicità in famiglia”. Eric Chabrerie, a nove anni, nel 1969, prese addirittura il cognome del compagno della mamma, quel "papà" che lui volle, scelse, amò. Da allora sarà Eric Fottorino: per l’anagrafe, per tutti. Ciclista appassionato, poi firma di un grande giornale. L’11 marzo 2008 Michel, settant’anni, ma ancora tonico, sportivo, un raggio di sole della sua Tunisia natale, arrivò in un parcheggio sulla sua Citroën, “una vecchia Bx stanca”. Si infilò nella bocca la canna di un fucile altrimenti usato per la caccia al cinghiale. Si ammazzò. È la storia vera del papà di Eric Fottorino, direttore di “Le Monde”, il quotidiano francese più prestigioso. [...] Fottorino è nato il 26 agosto 1960 a Nizza. La madre, minorenne, incinta di un giovane studente di medicina marocchino ed ebreo, venne inviata dalla famiglia cattolicissima nel Sud-Est, per partorire lontana da occhi indiscreti. Eric rivedrà il “vero” padre solo molto più tardi, a diciassette anni (“ma questa – sottolinea – è un’altra storia”), quando quello adottivo era già nella propria vita una realtà consolidata: papà e basta. Lo chiamavano “mani d’oro”. Era massaggiatore e fisioterapista. «Pieds-noir», i francesi del Maghreb (ma spesso avevano altre origini, pure italiana). Michel visse fino all’età adulta nel Sud della Tunisia e combatté durante la guerra di Algeria, prima di sbarcare in patria (o supposta tale). Conobbe Monique, la mamma di Eric, quando il piccolo e la “ragazza madre” vivevano nello squallido complesso di alloggi sociali del Grand-Parc, alle porte di Bordeaux. Michel era un fascio di muscoli, bruno e scuro di pelle, generoso, brusco come possono esserlo i mediterranei. Era l’Alain Delon di Rocco e i suoi fratelli. A Eric ha trasmesso le sue passioni, la bicicletta in particolare. “Mi ha insegnato a lottare – scrive nella biografia del padre –, a non abbandonare mai, a stringere i denti, a non fare il presuntuoso quando vincevo una corsa. Sulla bici mi ha insegnato a vivere”. Dopo la maturità, Fottorino abbandonò i sogni di gloria sulle due ruote e si iscrisse all’università. Iniziò a collaborare anche a qualche giornale. Entrò a “Le Monde” nel 1986. A lungo seguì le materie prime. Diventò caporedattore nel 1998, direttore nel giugno 2007 e addirittura presidente del gruppo editoriale [...] Ha "rivisto" il giornale, dando spazio a reportage e approfondimenti. È riuscito a frenare l’emorragia delle copie. [...] Un personaggio sorprendente. Non si vede mai, come i suoi colleghi, a urlare in qualche talk-show televisivo. Gli manca il physique du rôle, la giusta nonchalance nel look... [...] Discreto, educato, silenzioso (ma è comunque riuscito ad avviare verso l’uscita dal gruppo quell’uomo per tutte le stagioni chiamato Alain Minc), stranamente svela tutti i segreti di famiglia nei propri libri. Lasciando da parte il pudore, ha scritto otto romanzi, [...] “Già nel primo romanzo, Rochelle – racconta –, un personaggio era ispirato a mio padre. Sfrutto la finzione per capire meglio la realtà. Se non fossi nato come sono nato, con un solo genitore accanto, non sarei diventato scrittore” [...] “Le Monde” è un giornale del pomeriggio. Fottorino arriva in redazione un quarto alle sette, la mattina, l’avvio di una lunga giornata. “Scrivo i miei libri la sera, anche solo per un’ora. O i fine settimana”. Eric mangia poco o nulla. All’ora di pranzo inforca spesso una bicicletta o a piedi fa un giro per Parigi, fino alla Senna. Nessuno o quasi lo riconosce. [...]» (Leonardo Martinelli, “Il Sole-24 Ore” 3/5/2009).