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 2009  maggio 04 Lunedì calendario

Duffy Carol

• Ann Glasgow (Gran Bretagna) 23 dicembre 1955. Poeta • «Una lesbica a Buckingham Palace è un titolo sgarbato e a effetto. Ma in questo caso, nessuno se ne abbia a male, calza alla perfezione: senza offese e senza volgarità. Anzi. una cosa serissima, una notizia che spezza le tradizioni di corte e archivia i pregiudizi sia delle candide anime Tory sia dei ”nuovi” laburisti. Non fu proprio Tony Blair a bocciare [...] fa Carol Ann Duffy? La poetessa era fra le più quotate candidate, forse la più quotata, a diventare ”Poet Laureate”. Aveva un curriculum straordinario: scozzese, classe 1955, libri, poemi, i premi più prestigiosi, una cattedra all’Università di Manchester, conosciuta, stimata, quotata, geniale. C’era un ”però”, di quelli che non dovrebbero mai esserci. Sul filo di lana fu respinta perché, si disse, all’inquilino di Downing Street non pareva opportuno trasferire alle dipendenze della Casa Reale una donna che confessava di amare altre donne, in particolare Jackie Kay collega e convivente. Meglio evitare scandali e gossip. Tanto più che Carol Ann Duffy aveva pure una figlia. Come potevano conciliarsi un ruolo immacolato e i suoi sentimenti ”ambivalenti”? E allora, affidandosi alla storia lunga di quasi quattro secoli, Blair appose la crocetta rossa e ripescò dal mazzo un uomo di lettere illustre, Andrew Motion, che proseguiva la striscia di poeti, intellettuali maschi, chiamati a in trattenere, glorificare, umanizzare casa Windsor agli occhi dei fedelissimi sudditi. Un altro laburista ha inver tito la rotta. E Carol Ann Duf fy, con qualche ritardo, si è vista nominare, dal governo di Gordon Brown, ”Poetessa di corte”, Poet Laureate di Buckingham Palace. Che rivo luzione. La prima donna. La prima lesbica. Che, per un decennio, celebrerà in versi i grandi eventi, belli e brutti, della Corona. [...] ha spesso acceso i dibattiti ma le opere di cui è autrice sono comunque capolavori, a cominciare da La moglie del mondo (in Italia edi to da Del Vecchio). [...]» (Fabio Cavalera, ”Corriere della Sera” 3/5/2009).