Mario Pappagallo, Corriere della sera 27/4/2009, 27 aprile 2009
IL VIRUS, I SINTOMI, I PERICOLI LA MAPPA DELLE ZONE A RISCHIO
1.Che cos’è l’influenza suina?
E’ una malattia respiratoria acuta dei maiali causata da virus influenzali del tipo A, con alta infettività ma bassa mortalità. Il ceppo responsabile (A/H1N1) è stato isolato per la prima volta negli Anni 30. La maggior parte delle epidemie si manifesta nel tardo autunno e in inverno, come accade per l’uomo. Come tutti i virus influenzali, anche quelli suini mutano continuamente. I maiali possono essere infettati da quelli dell’aviaria e quando virus influenzali di differenti specie animali infettano i suini, si possono verificare fenomeni di «riassortimento» che portano a mix di ceppi umani/ aviari/suini e facilitano le mutazioni.
2.I virus suini possono infettare l’uomo?
Normalmente no. Comunque, possono verificarsi infezioni umane sporadiche con virus influenzali suini. Comunemente questi casi si manifestano in persone con esposizione diretta ai maiali. Nel caso dell’epidemia in corso c’è, però, l’evidenza che il virus responsabile si diffonde da persona a persona. Non si sa al momento quanto sia facile la trasmissione.
3.Quali sono i sintomi dell’influenza suina nell’uomo?
Sono simili a quelli della «classica» influenza stagionale umana: febbre, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse. Alcune persone colpite hanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Anche l’influenza suina può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti con complicazioni gravi (polmonite ed insufficienza respiratoria). L’infezione può essere in forma lieve o grave.
4.Come si trasmette all’uomo il virus suino?
Direttamente dai maiali all’uomo e dall’uomo ai maiali. Nella trasmissione da persona a persona, il virus infetta attraverso la diffusione di goccioline di secrezioni naso-faringee con la tosse e lo sternuto. Le persone possono anche infettarsi toccando superfici contaminate con secrezioni infette e portando alla bocca e al naso le mani. Per questo il lavaggio delle mani è una misura molto importante. Il bacio è veicolo di trasmissione.
5.Le persone possono infettarsi mangiando carne di maiale e salumi?
No, i virus dell’influenza suina non sono trasmessi dal cibo. I salumi sono sicuri, la carne cruda se cotta a 70-80 gradi (e il maiale si mangia ben cotto) è strasicura.
6.Come si diagnostica l’infezione da virus influenzali suini nell’uomo?
Per il virus A è necessario raccogliere un campione di secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) entro i primi 4-5 giorni dall’inizio dei sintomi (quando l’infezione è più virulenta). Alcune persone, in particolar modo i bambini, possono espellere virus anche per 10 giorni e più.
7.Che differenza c’è tra l’attuale influenza suina e l’aviaria che ha creato tanto allarme nell’agosto-ottobre del 2005?
L’aviaria ha creato allarme perché era più «letale»: meno infettati, più vittime. Ma il virus per fortuna non ha mai fatto un «completo» salto di specie da divenire facilmente trasmissibile da uomo a uomo. In questo caso, invece, il virus passa da uomo a uomo, ma è percentualmente meno letale.
8.Quindi è possibile la pandemia? E che cosa significa fase 3 di allerta dell’Oms?
Gli esperti dell’Oms sono al lavoro per far scattare, o meno, il passaggio dall’attuale fase 3 di allerta pandemico alla fase 4. La maggior parte delle vittime avevano tra i 25 e i 45 anni: un fatto che preoccupa, perché un segno caratteristico delle pandemie del passato è stato l’alto tasso di decessi tra i giovani adulti in buone condizioni di salute. Nei piani di preparazione per contrastare una pandemia si definiscono sei livelli di allerta. Le fasi 56 sono la pandemia.
9.Quali farmaci possono essere usati?
I virus influenzali suini isolati recentemente negli uomini sono resistenti all’amantadina e alla rimantadina.
Pertanto solo oseltamivir e zanamivir sono raccomandati per il trattamento-prevenzione dell’influenza umana da virus suino. Sembra che il virus sia sensibile ai farmaci inibitori delle neuroaminidasi. La corsa all’approvvigionamento individuale è però sbagliata, anche perché si rischia di scambiare per influenza qualsiasi infezione virale (e in questo periodo è molto improbabile che lo sia). Non esiste ancora un vaccino.
10.E’ quindi meglio non recarsi in Messico in questo periodo?
Non è il caso di andare nelle zone in cui si sono verificati i focolai d’infezione. E’ consigliabile consultare prima di partire il sito «Viaggiare sicuri» del ministero degli Esteri. Le zone da evitare sono: Sonora, Baja California, Stato del Messico e Oaxaca.